Nella serata di giovedì 24 è andata in scena, in Municipio,
una “seduta fiume” del Consiglio comunale di Noviglio. Una delegazione del
Comitato (assieme ad appena un altro paio di cittadini) ha assistito ad uno
spettacolo davvero avvilente, tra polemiche, sbadigli e dita puntate.
In primo luogo, abbiamo dovuto purtroppo constatare la
marginalità di fatto del ruolo del Consiglio comunale, ridotto ormai ad una
sede non di confronto politico costruttivo intorno all’attività legislativa
dell’Ente locale, ma ad un luogo di ratifica di decisioni già prese e occasione
di scambio di reciproche accuse. La quasi totalità delle proposte arriva
attraverso provvedimenti di Giunta, e mai dai consiglieri di maggioranza, che
intervengono di rado/mai; quanto alle proposte della minoranza, spesso sono semplicemente
l’occasione per innescare polemiche. E non sarà sfuggito certamente ai presenti
che, al momento del voto, il Sindaco - nella sua qualifica di Presidente del Consiglio comunale - non dice “Votiamo”, bensì “Approviamo”,
che equivale a dare per scontato il risultato del voto dell’Assemblea. Un lapsus assolutamente imbarazzante ed irrispettoso nei confronti dell'Assemblea.
Entrando nel merito dei contenuti – con un incredibile
affollamento di punti all’ordine del giorno, che d’altra parte è il minimo che
ci si possa aspettare, quando l’Assemblea viene convocata così sporadicamente –
è arrivata l’attesa pioggia di imposte che ci allieterà, si fa per dire, il
rientro dalle ferie. La discussione sulle aliquote relative alla IUC (che lo
ricordiamo, comprende IMU, nuova TASI sui cosiddetti “servizi indivisibili” e
tassa rifiuti TARI) è durato circa un’ora, fino alla lapidaria conclusione: la
Giunta ha deciso di tenere la TASI al minimo di legge – e il risultato è che
questa, che tra le tre imposte è quella nettamente meno cospicua, andrà a
coprire appena un quinto dei “servizi indivisibili”, costringendo a trovare
altrove le risorse – e viceversa di perseverare nella politica di
appesantimento delle imposte patrimoniali sulla casa e soprattutto sui rifiuti,
confermando aliquote e tariffe dello scorso anno, che avevano portato Noviglio ad
essere uno dei Comuni più tartassati del circondario.
Sullo sfondo dell’animata discussione che è seguita sul
bilancio di previsione, questo teorema: la spesa, ovvero le uscite, sono
incomprimibili, e si tratta semplicemente di capire cosa tassare e cosa no per
raggiungere lo stesso gettito. Si dà per scontato, ad esempio, che non vi siano
spese superflue e tagli, anche impopolari, da operare sulla voce delle uscite,
e che i servizi offerti possano anche essere solo in minima parte coperti dalle
tariffe a carico di chi li “acquista”: il conto, dunque, alla fine può comunque
essere fatto quadrare grazie alla generosità dei contribuenti.
Capita, dunque, che una Giunta ritenga indispensabili, in
tempo di crisi, le decine di migliaia di euro investite in una biblioteca
rionale e nella manutenzione di una casetta
dell’acqua ubicata all’estremo lembo del territorio comunale. Capita che un
“piano delle alienazioni immobiliari”, ovvero l’elenco degli immobili pubblici da
vendere per fare un po’ di cassa, comprenda – ormai da qualche anno, dato che naturalmente si tratta di alienare l'inalienabile – due
ambulatori medici e un terreno edificabile il cui sviluppo è reso pressoché
impossibile a causa del costo delle urbanizzazioni imposte. E capita che
nessuna idea venga messa in campo sul fronte degli investimenti funzionali alla
riduzione della spesa, se è vero che ad un intervento sul sistema
dell’illuminazione pubblica (voce di spesa che grava sui “servizi indivisibili”
per poco quasi 150.000 Euro l’anno) è stato preferito un investimento di dubbio
ritorno e valore ambientale sul fotovoltaico in Piazza XI Settembre. E ancora, capita che un Centro Estivo, nonostante costi - a quanto abbiamo ascoltato in Aula - quasi il doppio di quello organizzato da altri Comuni, sia comunque solo in parte coperto dalle tariffe e dunque finanziato in parte dalla collettività. Il tutto
mentre emerge ormai con chiarezza quanto l’operazione “ampliamento scuola” –
con tutti i dubbi già sollevati da molti cittadini nelle ultime settimane, relativi
ad estetica, funzionalità e necessità – non sarebbe potuta capitare in un
momento storico peggiore per i conti di un piccolo Comune. In sintesi,
sembra che, invece della linea della responsabilità, sia passata ancora una
volta una più semplice e indolore politica del “breve termine”, con ritorno
assicurato alla scadenza del mandato.
Alla discussione sulle tasse e il bilancio, è seguita quella relativa ad una querelle legale cominciata nel 2001, discussione
che ha visto fronteggiarsi esponenti
della vecchia Amministrazione (pare colpevoli di un errore materiale) e esponenti di quella attuale, a quanto pare accusati
a loro volta dai primi di aver deliberatamente abbassato la guardia portandoci
alla conclusione finale (sentenza sfavorevole e debito “fuori bilancio” di
65mila euro per risarcire la controparte). Questione della quale ci guardiamo
bene dall’entrare nel merito, lasciando la lettore più accanito il compito di farsi un'idea consultando le carte.
Gran finale, alle undici di sera passate: adottato in
quattro minuti di orologio il nuovo Regolamento edilizio, che avrebbe richiesto
forse un Consiglio comunale ad hoc. Ma, in compenso, dulcis in fundo, abbiamo
anche un nuovo Regolamento di polizia mortuaria, strumento a quanto pare più
che adeguato a celebrare il triste spettacolo cui abbiamo assistito. Una considerazione, in chiusura: mai come ora ci sarebbe bisogno di un’iniezione – anzi, di una
vera e propria trasfusione – di entusiasmo, idee liberali, competenza e
rispetto dei cittadini. E per questo, il nostro Comitato, con umiltà, si è più
volte reso disponibile ad un confronto attivo e ad una collaborazione, sempre
nella speranza – prima o poi – di essere ascoltato.