Storia

Dalle origini all'età delle Signorie

Celti, Romani e Longobardi
Il Castello di Mairano oggi
Popolato fin da tempi assai remoti, come testimoniano significativi ritrovamenti soprattutto nella zona di Tainate, il territorio Novigliese è ha visto nei secoli il passaggio di tribù liguri e celtiche e successivamente, dei Romani: all’epoca romana risalgono le tracce della centuriazione, ancora visibili nell’organizzazione dei percorsi e del reticolo idrografico della zona compresa tra le antiche città di Mediolanum e Ticinum, le odierne Milano e Pavia. Lo stesso toponimo Noviglio deriva probabilmente dal latino “Novellius”, probabilmente nome di un colono che si insediò in quest’area. Nel 569 i Longobardi di re Alboino entrarono in Milano ed estesero il loro dominio sull’Italia settentrionale, ponendo in seguito la loro capitale a Pavia. Contestualmente, il Cristianesimo si diffuse nella zona, con l’edificazione di basilicae, ovvero di chiese campestri, anche sul territorio di Noviglio. Nel X secolo i discendenti dei Longobardi furono progressivamente sostituiti da nuovi signori locali.
Nel Sud Milano sorsero qua e là numerose fortificazioni volte a proteggere territorio dalle sempre più frequenti incursioni degli Ungari. La nobile casata dei De Restis, signori delle terre di Noviglio, è citata per la prima volta in un documento del 1174 riguardante investiture da parte del monastero di Sant’Ambrogio Maggiore di Milano: il documento menziona un “fossatum castri Novelli”, mentre vent’anni dopo si parla di “un campo adiacente al castello dei Resta”. Nel frattempo, a Conigo e Conago, a partire dal 1148 e fino al XVI secolo, si insedia la Canonica di S. Maria di Crescenzago, mentre a Tavernasco troviamo possedimenti del Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro.

Il Medioevo
Per tutto il Medioevo Noviglio è legata a Milano: lungo il corso del Ticinello, che ancora oggi divide Noviglio da Binasco, correva il “fossatum”, ovvero il confine con i possedimenti di Pavia. Nel 1100 la famiglia degli Avogadri ottenne il feudo di Rosate, con diritti di castellania anche su Tainate; nel 1210, con la decadenza della nobile famiglia, il diritto di riscuotere decime passa alla famiglia Terzago, tra le più ricche famiglie di valvassori della zona, che successivamente doneranno i loro possedimenti al monastero di Sant’Ambrogio Maggiore. Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano" del 1346, Noviglio risulta già incluso nella Pieve di Rosate e citato come “el locho de Novelio”: già a quel tempo aggregava la località di Mairano, per formare un'unità entità amministrativa autonoma. Tainate, Copiago, Doresano, Conigo e Tavernasco, costituivano a loro volta comuni autonomi, retti da consoli e da un consiglio formato dai capifamiglia.

Dai Visconti agli Sforza: Ambrogio Varese
Cascina Conigo
La signoria dei Visconti governò Milano durante il Medioevo e l'inizio del Rinascimento fino al 1447, quando le subentrarono gli Sforza. L’11 novembre 1493 il feudo di Rosate, che comprendeva le terre di Noviglio, venne donato da Ludovico Maria Sforza, meglio noto come Ludovico il Moro, ad Ambrogio Varese, originario di Rosate, medico e scienziato molto vicino alla famiglia ducale, quale ringraziamento per averlo guarito da un grave malattia.
Dopo l’avvento dei Francesi di Luigi XII a Milano, Ludovico il Moro riparò in Germania: Ambrogio Varese fu arrestato e spogliato del feudo, che successivamente entrò in una fase di notevole instabilità, conteso per molti decenni tra la casata dei Varese di Rosate e i nuovi feudatari nominati dagli avversari politici degli Sforza. Tale disputa si protrasse fino al 1551, quando i nipoti di Ambrogio, morto nel 1522, riottennero finalmente il feudo conteso, nominando i podestà delle varie comunità della Pieve di Rosate, tra cui Noviglio, Tainate, Tavernasco, Copiago, Conigo e Doresano.

Il Seicento

Cascina Castellazzo
Nei registri dell’estimo del Ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo, Noviglio e tutte le sue odierne frazioni e cascine risultano ancora appartenenti alla Pieve di Rosate, e sottoposte alla giurisdizione del podestà di Rosate, eletto ogni due anni dai feudatari Varese di Rosate, a cui la comunità corrispondeva un onorario annuale “a titolo di podestaria”, ed alla giurisdizione “di maggior magistrato” dei signori di Milano. Il sesto conte di Rosate, Paolo Niccolò Varese, donò parte del feudo a Carlo Archinto, che nel 1634 divenne conte di Barate e Tainate. Tra la prima metà del Cinquecento e la seconda metà del Seicento, la coltivazione del riso si diffuse rapidamente nel Novigliese, a scapito dei prati permanenti e delle altre tipologie di coltivazioni. Questa nuova coltura fu però aspramente osteggiata dagli abitanti delle città, che attribuivano ad essa la causa della malaria, con frequenti sollecitazioni all'autorità perché fosse proibita, mentre a reclamarla erano i proprietari terrieri e il clero, pure proprietario di molte terre anche a Noviglio, che vedevano in essa una sorgente di notevole guadagno. Il mais comparve a Noviglio solo nel 1604, anche se la coltivazione sperimentale di questa nuova coltura originaria del Nuovo Mondo cominciò a Tainate nel 1582. Nel 1630 il territorio di Noviglio e l'intera Pieve di Rosate furono falcidiati dall'epidemia di peste, a cui seguirono gravi carestie.


Dal Settecento all'Unità d'Italia

Il Settecento
Nel 1706 il ducato di Milano fu ereditato dagli Austriaci; dopo quasi un secolo gli Austriaci furono cacciati da Napoleone Bonaparte, il cui dominio durò solo una ventina d'anni. La nobile famiglia milanese dei Resta, discendenti dei De Restis, antichi signori feudali di Noviglio, fin dal XIII e XIV secolo aveva amministrato con oculatezza i suoi possedimenti, tramandandoli in toto unitamente al castello: all’avvento del dominio austriaco, Giovanni Battista Resta possedeva la quasi totalità delle terre di Noviglio, dividendo quelle di Mairano con il Collegio della Guastalla, fondato dalla contessa Paola Torelli nel 1557, e con il monastero di Sant’Ambrogio Maggiore quelle di Tainate, ereditate dalla nobile famiglia dei Terzago.
Antico mulino presso Conago
Tra il 1722 e la fine del secolo la superficie coltivata a riso raggiunse la sua massima espansione a Noviglio, diventando la principale fonte di sostentamento della popolazione. La presenza dei prati a marcita è segnalata sul territorio di Tavernasco dal 1734, mentre più rare sono le coltivazioni di frumento, mais, segale, miglio ed avena.
Nel 1751 Noviglio, assieme a Mairano, contava poco più di 320 abitanti; il comune rurale era amministrato da un sindaco, responsabile dell’ordinaria gestione degli interessi della comunità, e da un console, tutore dell’ordine pubblico, che convocava in piazza almeno una volta all’anno, in occasione della pubblicazione dei riparti e del rinnovo delle cariche comunitarie, una sorta di assemblea dei capifamiglia. il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era tenuto infatti a prestare ogni anno l’ordinario giuramento tanto a Rosate quanto presso quella regia di Milano. Un cancelliere, residente in Milano, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dall’assemblea, completavano l’apparato amministrativo: al cancelliere la comunità delegava la compilazione e ripartizione dei carichi fiscali e la custodia delle pubbliche scritture; all’esattore tutte le operazioni connesse alla riscossione dei tributi. A Tainate, all'epoca, risiedevano 280 persone, 120 a Conigo, 83 a Tavernasco, 61 a Copiago e infine 30 a Doresano, per un totale di poco meno di 1.200 abitanti.

Mairano nel Catasto Teresiano, 1760
Dagli Austriaci alla Rivoluzione
Sotto la dominazione austriaca le cose mutarono profondamente. Già sotto Carlo d’Asburgo, con la riforma del censo che mirava a tassare i sudditi proporzionalmente alle terre possedute, comparvero nella comunità, accanto ai feudatari Varese e Archinto, altri nomi di rilievo, che avrebbero assunto negli anni seguenti un ruolo determinante nella gestione della vita politica-amministrativa, come i Resta, il Collegio della Guastalla, i Monaci di Sant’Ambrogio, la Canonica di Santa Maria di Crescenzago: è del 1755 la costituzione del “Convocato comunale” dei comuni del territorio.
Nel 1753 Doresano viene aggregato al comune di Copiago mentre nel 1757, con la promulgazione dell’editto teresiano relativo alla compartimentazione territoriale dello stato di Milano, Tavernasco veniva aggregato al comune di Noviglio ed Uniti, sempre nell'ambito della Pieve rosatese. Con Maria Teresa prima, e poi col figlio Giuseppe II, vennero progressivamente meno i privilegi giuridici e fiscali dei nobili.
Tainate nel Catasto Teresiano, 1760
L’invasione delle truppe rivoluzionarie francesi sancì definitivamente il termine del sistema feudale nel Novigliese: il feudo di Rosate cessò di esistere nel 1796. In epoca napoleonica, con la legge 20 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento del Ticino, il comune di Noviglio, con le frazioni di Mairano, Domenegasco e Tavernasco, venne inserito nel distretto di Rosate, mentre quello di Conigo fu assegnato a Binasco, nel dipartimento d’Olona, con capoluogo a Pavia; stessa sorte toccò a Noviglio nel 1801, finché nel 1809 il comune fu soppresso ed accorpato a Tainate e Copiago.

Noviglio, 1855

L'unificazione del territorio novigliese
Dopo una breve parentesi, nel 1811 il nuovo comune unitario (a cui mancava solo l'appendice di Conigo, accorpata al comune di Binasco), assunse la denominazione di Noviglio, e il capoluogo spostato a Mairano. Già nel 1816, tuttavia, i comuni di Tainate e Copiago vennero ricostituiti, e rimasero autonomi per un altro ventennio. Il 10 aprile 1841 il comune soppresso di Conigo fu staccato da Binasco ed aggregato a Noviglio.
Gravi calamità si susseguirono nel corso del XIX secolo: nel 1815-17 una grave carestia, seguita da un’epidemia di tifo, mentre il colera imperversò tra il 1830 e il 1838, che a sua volta anticipò una seconda grave carestia nel 1846. Con la penetrazione del capitalismo nelle campagne, si diffuse sul territorio novigliese il sistema delle affittanze, col conseguente radicarsi della monocultura: questa portava precisi ritmi nella dieta dei contadini: il frumento era destinato esclusivamente alla commercializzazione, per l’autoconsumo il mais.
I comuni del territorio novigliese prima dell'unificazione
La dieta deficitaria, le scarse condizioni igieniche e il clima esponevano la popolazione a numerose malattie: nel 1854 il vaiolo colpì un abitante su dieci a Noviglio, mentre tra il 1856 e il 1881 fu la volta della pellagra. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune di Noviglio – che comprendeva anche Conigo, Mairano e Tavernasco – aveva una popolazione residente di 861 abitanti, mentre Tainate – assieme a Copiago e Doresano – raggiungeva i 513 abitanti. Completato nel 1866 il processo dell’unificazione nazionale, presero avvio i negoziati per riunire in un unico Comune tutto il territorio novigliese: è solo nel 1870, col Regio Decreto del 9 giugno 1870, che Tainate e Noviglio vennero fusi in un unico comune, quello che conosciamo ancora oggi.





Il Novecento

Dal Fascismo alla Grande Guerra
Mondine in risaia
Nei primi anni del Novecento la popolazione passò dai 1.349 abitanti del 1901 ai 1.204 del 1911: in seguito, la prima guerra mondiale lacerò profondamente la comunità, causando molte vittime soprattutto tra i più giovani, mentre nel 1921, a causa dell’epidemia di spagnola, morirono a Noviglio oltre 50 persone in sei mesi. Nel 1921 la popolazione era scesa a circa 1.100 abitanti. Furono anche anni di emigrazione, soprattutto verso il Nuovo Mondo: nel 1936 la popolazione novigliese toccò il suo livello minimo, arrivando a 1.068 abitanti.
Negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale si ebbero importanti progressi nella lavorazione industriale con l'introduzione di nuove varietà: negli anni della “battaglia del grano” il riso però continuò ad essere considerato dal regime fascista un cibo povero, poco calorico, per malati, senza incrementi significativi del consumo, ma quando le ristrettezze alimentari aumentarono, si rilanciò il consumo del riso in sostituzione della pasta perché era autoctono, abbondante benché poco conosciuto. L’utilizzo del riso al nord rimase comunque molto diffuso, e la produttività crebbe esponenzialmente, incrementando l’impiego stagionale delle mondine che partivano da ogni paese della Pianura Padana e venivano “pagate” in natura con il prodotto raccolto.

La seconda guerra mondiale e la liberazione
La targa commemorativa dedicata a Idiomi e De Vecchi
Tra il 1940 e il 1945 molti giovani novigliesi partirono per la guerra, alcuni senza fare ritorno alle loro case: il monumento ai caduti, attualmente collocato in Piazza Roma a Mairano, di fronte al Municipio, ricorda il sacrificio dei Novigliesi caduti nelle guerre mondiali. Era il 23 settembre del 1944 quando un bombardiere americano, decollato dall'aeroporto di Serragia, in Corsica, e destinato a bombardare il ponte ferroviario di Vigevano, fu colpito dall'artiglieria contraerea e precipitò in una risaia nei pressi di Noviglio. Due dei cinque soldati della Air Force a bordo, fuggiti per i campi, riuscirono a salvarsi e a sfuggire alla cattura, prima nascosti dai civili in una cascina della zona, poi raggiungendo la Svizzera aiutati nella fuga dalla Resistenza milanese.Risale al 10 agosto 1944 una triste pagina della storia della Liberazione: i tre partigiani assaghesi Idiomi, De Vecchi e Carri, si scontrarono nei pressi dell’Osteria del Moro di Noviglio con una pattuglia fascista. De Vecchi rimase ucciso mentre Idiomi fu ferito in modo grave: catturato, fu successivamente trasportato sino alle porte di Rosate e costretto a sfilare per la via principale del paese, e poi sottoposto a maltrattamenti, un interrogatorio farsa e atroci torture. Mentre a Rosate Idiomi cadde sotto il fuoco dei fascisti, il corpo di Giuseppe De Vecchi venne gettato, da un gruppo di brigatisti, nelle acque del Naviglio Grande.
Sfilata delle Cinquecento a Mairano

Il Dopoguerra
Dopo l’incubo della Guerra mondiale e le aspre lotte per la liberazione del territorio dal giogo fascista, la comunità si dimostrò capace di accettare con serenità e civica consapevolezza il sistema democratico, dando inizio alla rinascita civile della società. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il Comune di Noviglio venne amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. A causa dell’emigrazione principalmente verso la metropoli, la popolazione decrebbe e si stabilizzò fino agli anni Ottanta: 1.187 abitanti nel 1951, 943 nel 1961 (dato più basso dal Medioevo), per poi risalire lievemente a 1.006 abitanti nel 1971.
Attilio Valé
Nel 1969, il 12 dicembre, nell’attentato alla sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, che diede inizio alla “strategia della tensione” e a un lungo periodo di instabilità politica nel Paese, l’agricoltore Attilio Valé, nato a Noviglio nel 1917, morì assieme ad altre sedici persone.
A partire dalla fine degli anni Ottanta, contestualmente al rapido sviluppo dell’urbanizzazione in tutte le frazioni del Comune, la popolazione di Noviglio ha continuato a crescere a tassi sostenuti, soprattutto grazie a consistenti flussi migratori in ingresso, determinati dall'attrattività dell'area e al costante miglioramento dell'offerta abitativa e nella dotazione di servizi.



Tra presente e futuro

Gli anni Novanta e il "boom demografico"
Il nuovo insediamento residenziale del Borgo di Mairano
È l’aprile del 1994 quando una pioggia di arresti coinvolge il Sud Milano e i vertici dell’amministrazione comunale di Noviglio: il sindaco e due assessori vengono stati arrestati nell'ambito di un’inchiesta della procura della Repubblica di Milano su presunte tangenti versate per la realizzazione di interventi residenziali a Mairano. Il prefetto Rossano nomina un commissario "ad acta" per il proseguimento della normale amministrazione, finché a giugno, con le dimissioni di otto dei quindici consiglieri eletti in occasione delle elezioni del 1990, si giunge allo scioglimento del Consiglio comunale.
Seguirà una fase contraddistinta da un rapido sviluppo urbano e demografico, accompagnato dallo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi: l'apertura del nuovo tracciato della Strada Provinciale 203 tra Binasco e Rosate e l'implementazione delle autolinee dirette con Milano, la realizzazione delle infrastrutture scolastiche, dell'asilo a Mairano, del sistema dei parchi pubblici e della rete ciclopedonale, la costruzione di nuovi insediamenti residenziali a Noviglio, Mairano e Santa Corinna, il miglioramento dei sottoservizi, a cominciare dal collettore fognario per Binasco e dall'acquedotto, il nuovo cimitero in località Conago.
Il Municipio di Noviglio
Tra il 2002 e il 2010 la popolazione è aumentata di circa il 46%, crescita che, in termini percentuali, è stata nettamente la più significativa nell’ambito dei comuni del Sud Milano. A partire dal 2005 la popolazione è cresciuta di 516 unità con un incremento pari al 14,9%, un valore superiore alla media provinciale di oltre otto volte. Per quanto riguarda la struttura della popolazione per classi di età va evidenziato in primo luogo come la componente anziana assuma a Noviglio la più bassa incidenza di tutta la provincia, venendo sopravanzata da quella con meno di 15 anni di oltre otto punti percentuali. Quasi il 72% della popolazione ha un'età compresa tra i 15 e i 64 anni, ma fra questi residenti più della metà ha meno di quarant'anni. I nuclei familiari sono in maggior parte composti da due o tre persone, rispettivamente il 26,8% ed il 29% del totale delle famiglie.

Allevamento bovino a Conago
Tra sviluppo economico e tradizione agricola
Il territorio novigliese, caratterizzato da un forte matrice agricola, gode oggi di una peculiarità ormai rara nell’area metropolitana milanese: è riuscito a fondere lo sviluppo economico e commerciale con la vitalità e la genuinità propria degli agricoltori. Aspetto storico agricolo sono le cascine, sparse lungo tutto il territorio, strutture superstiti, molto suggestive, dove il passato si fonde con il presente, luoghi in cui è ancora possibile trovare le tradizionali coltivazioni ed allevamenti.
A Noviglio sono presenti 18 aziende agricole, di cui 16 a conduzione diretta del coltivatore e con manodopera quasi esclusivamente familiare. Il territorio, che si estende per 15,9 chilometri quadrati, è destinato per oltre il 90% della superficie all’agricoltura (prevalentemente coltivazioni di riso e mais, in misura minore di foraggio, soia ed altri cereali) e inserito, dal 23 aprile 1990, nel Parco Agricolo Sud Milano, un parco regionale della Lombardia che comprende un'estesa area a semicerchio tra Milano e il confine sud della sua provincia, interessando il territorio di altri sessanta comuni.
Coltivazione del mais a Tainate
Nonostante la predominanza della componente agricola, il profilo del sistema produttivo di Noviglio appare oggi connotato in senso terziario: questo macrosettore raccoglie infatti il 69,1% delle unità locali presenti nel comune e quasi la metà dell'occupazione complessiva, che gravita soprattutto sul capoluogo lombardo e sui grossi centri dell'hinterland. Più modesta appare invece la rilevanza dell'industria che raccoglie sì il 32,8% dell'intera forza lavoro attiva, ma solo il 7% delle aziende.
Tra le presenze più significative, certamente la Kartell, a Noviglio dagli anni Settanta, grande marchio di rilevanza internazionale nel settore del design "made in Italy": un brand che dà lustro all'intero territorio novigliese e che testimonia la capacità di abbinare l'alta tecnologia, l'innovazione e la creatività allo sviluppo sostenibile di una piccola comunità rurale.




Una comunità, molte dimensioni
Quello del nostro Comune è oggi un territorio alla ricerca di identità. Noviglio, per la sua natura di "comune sparso", rappresenta un caso del tutto peculiare nel territorio del Sud Milano, in cui le polarità insediative hanno all'incirca dimensioni analoghe, e nessuna prevale sulle altre.
Ogni nucleo si organizza, in embrione, come un piccolo paese connotato da una propria identità formale e da una serie di servizi pubblici. Tainate e Mairano hanno mantenuto, più di altri, un aspetto di borgo rurale, dove la prima si propone oggi come "porta d'accesso al Parco Sud", mentre Mairano come polarità istituzionale del territorio comunale. Noviglio, insediamento principale dove si concentrano servizi, luoghi di aggregazione e di incontro, rappresenta il fulcro della vita civica della Comunità, mentre Santa Corinna, per la sua particolare collocazione, abbina una spiccata vocazione residenziale alla presenza di rilevanti realtà produttive.
Nella capacità di mettere a fattor comune le diverse anime di questo territorio, facendole convergere in un disegno unitario, consiste la sfida per lo sviluppo della nostra Comunità. Una pagina di storia ancora tutta da scrivere...



Qual è la priorità per la sicurezza stradale sul territorio di Noviglio?

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