giovedì 17 ottobre 2013

Una rete di reciproco aiuto contro la crisi: la Banca del Tempo

In questi tempi di recessione si fa un gran parlare di liquidità, spread, tassi e debito sovrano. La triste realtà, davanti agli occhi di tutti, è che nella cosiddetta “economia reale”, quella in cui siamo quotidianamente immersi come lavoratori, consumatori e cittadini, gira sempre meno denaro: si guadagna meno e, di conseguenza, si spende meno per far quadrare bilanci familiari do
ve la voce “uscite”, tra prezzi sempre più proibitivi e aumento della pressione fiscale, erode giorno dopo giorno quella delle “entrate”. La riscoperta delle reti di solidarietà, del baratto, della famiglia e della comunità come “rete di salvataggio”, rappresenta l’altra faccia di questa crisi, di fronte alle difficoltà della vita di tutti i giorni.
La Banca del Tempo può essere considerata un’innovazione sociale che, attraverso la riorganizzazione e la razionalizzazione della rete di reciproco aiuto e di solidarietà tipica dei rapporti di buon vicinato e di comunità, consente di gestire un flusso di “scambi alla pari” non di beni (come nel baratto), né di denaro (come nell’economia monetaria), bensì di prestazioni volte a soddisfare specifici bisogni legati alla vita quotidiana, in una maniera che nessun servizio pubblico è in grado di fare, e tantomeno oggi.

La Banca del Tempo, dunque, si presenta come un istituto di credito un po’ particolare: presso il suo sportello non si deposita denaro e non si riscuotono interessi, bensì la disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri aderenti alla rete, utilizzando il tempo come unità di misura degli scambi. Ciascun socio mette a disposizione un po’ del suo tempo e della sua capacità per offrire ad un altro socio una certa competenza: le "ore" offerte vengono calcolate e "accreditate" o "addebitate" presso la Banca, e quindi messe in circolo all’interno della rete, cosicché può succedere che non sia la stessa persona che ha ricevuto la prestazione, a "rimborsarle", ma un altro aderente. È questo il vero elemento dirompente di un simile modello di "economia alternativa": la gestione della Banca consente di ampliare le potenzialità di scambio ad una rete più vasta, poiché non è necessariamente la persona a cui faccio un favore, quella che ne farà uno a me. Una volta maturato un “credito di tempo”, infatti, potrò andare a riscuoterlo pescando tra le competenze di qualsiasi altro “correntista”.

Le attività delle Banche del Tempo sono molto diverse: lezioni di cucina, attività di piccola manutenzione casalinga, accompagnamento e ospitalità, baby sitting, cura di piante e animali,  ripetizioni scolastiche, lezioni di informatica, consulenza su questioni tecniche, legali, burocratiche, amministrative, compagnia, supporto alla mobilità, riparazioni sartoriali, preparazione di dolci e cibi,... Il tempo è l’unità di misura: il valore della prestazione è determinata dal tempo impiegato nello scambio; quindi l’ora di babysitting di una studentessa equivale all'ora di assistenza del ragioniere, l’ora impegnata dal pensionato per aggiustare una presa rotta ha lo stesso valore di quella della casalinga che prepara la torta per una festa di compleanno.
Ad ognuno degli aderenti viene intestato un regolare conto corrente-tempo e viene consegnato un libretto di assegni-tempo. Unico obbligo è il pareggio: il proprio conto corrente deve tendere ad avere saldo zero nell’arco di un periodo ragionevole di tempo. È severamente vietato il trasferimento di denaro: unica eccezione, quello eventualmente versato a titolo di rimborso, ad esempio quello per rifondere il costo della benzina, oppure delle uova per la preparazione di una torta.
È l’aspetto relazionale e conviviale che prevale, pur rimanendo estremamente importante l’aspetto funzionale. In questa “economia alternativa” basata sullo scambio, infatti, è inevitabile che si cominci facendo "qualcosa per" e si finisca per "fare qualcosa con".

Per questo motivo “Noi di Noviglio” crede fortemente nella necessità di dare vita, anche sul territorio di Noviglio, ad una Banca del Tempo, e ha dunque già costituito un comitato promotore per avviare la sperimentazione: si tratta di costruire un panel di prestazioni, elaborare e testare i meccanismi (anche tecnici) di gestione delle transazioni di prestazioni, redigere un regolamento operativo e applicarlo.
Naturalmente, le porte sono aperte a tutti i cittadini e a tutte le organizzazioni, comitati, associazioni che vogliono darci una mano, ciascuno per le sue possibilità e competenze. L’obiettivo è ambizioso: aprire le reti di solidarietà di vicinato, far conoscere le persone grazie allo scambio e la partecipazione.
Chi fosse interessato, ci può contattare via posta elettronica (noidinoviglio@gmail.com) oppure attraverso la nostra pagina Facebook.

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