martedì 1 ottobre 2013

La nuova scuola pesca la carta degli “imprevisti” e riparte dal via

Ci siamo lasciati, prima della pausa estiva, prendendo atto dello slittamento dei tempi di consegna dell’ampliamento del plesso scolastico e manifestando l’auspicio che fosse l’ultimo atto di questa travagliata vicenda. Il 12 settembre, appena il tempo di dare il via a un altro anno scolastico “in cantiere”, la Giunta si è riunita per approvare la seconda perizia in variante e un “pacchetto” di interventi complementari alla realizzazione dell'opera (Deliberazione di Giunta n. 89 del 12 settembre 2013). Vale dunque la pena di ripercorrere per sommi capi cosa è successo.

A ottobre 2011, ormai quasi due anni fa, l’impresa esecutrice si aggiudica l’appalto con un ribasso d’asta del 38,74%, per un importo totale di 1.011.659,95 Euro. Il 1° dicembre cominciano i lavori. Trascorso poco meno di un anno, a novembre 2012 si decide di intervenire sulla tipologia strutturale dei solai, passando dal calcestruzzo armato previsto in sede di progetto, alle lastre in predalles. Per farlo, l’Amministrazione impegna l'intera somma che la legge consente di utilizzare per modifiche “motivate da obiettive esigenze derivanti da circostanze sopravvenute e imprevedibili”, nella misura del 5 per cento dell’importo dei lavori: 50.382,15 Euro, il tutto per ottenere un risultato (l’alleggerimento della struttura) forse prevedibile già in sede di progettazione iniziale. Nel frattempo, come noto, i lavori rallentano: il termine dei lavori, inizialmente fissato a gennaio 2013, slitta prima ad aprile 2013 e poi, a causa dei problemi finanziari dell’impresa esecutrice di cui abbiamo già parlato, a gennaio 2014.

Ed eccoci dunque alla recente Deliberazione 89. Il provvedimento della Giunta richiama una disposizione inserita nel Nuovo Regolamento Appalti (il D.P.R. 207/2010), che all’articolo 161 disciplina le cosiddette “variazioni ed addizioni al progetto approvato”, ricordando che in taluni casi, la stazione appaltante (in questo caso, il Comune) può ordinare all’impresa esecutrice una variazione dei lavori fino alla concorrenza di un quinto dell’importo dell’appalto. Vale la pena, però, di ricordare anche quali sono gli eventi che rendono giustificabile un aumento così consistente dei costi dell’opera, casi che sono disciplinati puntualmente dal già citato Codice dei Contratti (il D.Lgs. 163/2006). Primo: sono entrate in vigore nuove leggi che comportano delle modifiche all'opera; ad esempio, una norma sulla sicurezza in galleria che impone la realizzazione di un cunicolo di emergenza. Secondo: per cause “impreviste e imprevedibili” al momento della progettazione. Terzo: si sono verificati eventi che incidono sulla natura stessa del bene su cui si interviene, oppure sono state fatte delle scoperte imprevedibili; è il caso della scoperta di un affresco che era nascosto dall’intonaco e sconosciuto e che richiede un intervento specifico. Quarto: si assiste ad un’imprevedibile variazione dei costi del materiale o della manodopera, che rende necessaria la revisione del prezzo. Quinto, ed ultimo: la modifica si rende indispensabile a causa “di errori o di omissioni” nel progetto esecutivo, nel qual caso, naturalmente, i danni subiti sono a carico di chi ha sbagliato.

Vediamo dunque quali sono le opere oggetto di variante: pavimentazioni in masselli autobloccanti in sostituzione del grés porcellanato, un tamponamento perimetrale e uno in cartongesso sulle pareti interne della palestra, una modifica dell’impianto di riscaldamento, con riqualificazione di quello già esistente nel plesso, l’impianto di aerazione della cucina e quello di condizionamento della palestra. Ma anche la tinteggiatura delle pareti, interne ed esterne, e un doveroso adeguamento a disposizioni dettate dai Vigili del Fuoco. Risulta purtroppo difficile capire in quale casistica rientri il corposo elenco di interventi previsto dalla Delibera: quanto può essere “imprevista o imprevedibile” la tinteggiatura di un edificio, quale causa di forza maggiore può portare a preferire un massello autobloccante a una piastrella, quale nuova normativa impone di prevedere un impianto di aerazione in una cucina? O forse rientriamo nell’ultima casistica, e il progetto era semplicemente lacunoso?

Fatto sta che, dopo il primo aumento di 50.382,15 Euro del novembre 2012, con questa seconda perizia di variante l’importo dei valori cresce di ulteriori 143.407,37 Euro. A questo vanno poi aggiunte le cosiddette “opere complementari”, quali sistemazione del verde, pavimentazioni esterne, pluviali, ascensore e, di nuovo, tinteggiature interne ed esterne: altri 103.400,03 Euro netti. Aumento complessivo pari a 297.189,55 Euro (netti) rispetto all’importo iniziale di 1.011.659,95 Euro: +29,37%. Ora, di fronte a queste cifre, ci si può legittimamente interrogare su che senso abbia bandire una gara a 1,6 milioni di Euro di base d’asta (dove però apprendiamo che l’importo non tiene conto di elementari elementi di finitura e completamento), affidarla ad un'impresa a un milione di Euro con un ribasso del 38%, e poi, nell’arco di appena due anni, assistere alla crescita della spesa fino a 1,3 milioni di Euro? È forse un sistema che premia l’efficienza, la rapidità di esecuzione dell’appalto e la qualità dell’opera? Non ci sembra, a giudicare dai fatti.

A beneficio di verità, bisogna sottolineare che ci si trova in un quadro di sostanziale invarianza di spesa, nel senso che il piano finanziario chiude esattamente ai due milioni di Euro stabiliti in origine: ma vale la pena di ricordare che di questi due milioni, solo tre quarti sono finanziati con un mutuo, mentre il restante quarto con risorse proprie del Comune. L’incremento dell’importo dei lavori sta andando ad erodere le economie generate dal ribasso d’asta, con un potenziale aggravio dei costi reali a carico dei cittadini. Prendendo per buona la “tesi dell’imprevedibilità delle opere” quale motivo per operare tramite successive varianti in corso d'opera, crediamo che un idoneo indirizzo iniziale alla progettazione, in grado quantomeno di anticipare aspetti elementari, abbinato ad una più razionale gestione della fase di gara e della fase esecutiva da parte dell’Amministrazione in carica, avrebbe potuto portare ad una più efficiente allocazione delle risorse, e forse anche ad un minore ricorso all’indebitamento, con un probabile risparmio economico per il Comune.

Depositeremo una memoria in Comune nelle prossime ore, in attesa (anzi, nella speranza) di essere smentiti punto per punto, e che le nostre preoccupazioni risultino infondate. Ma lo faremo soprattutto per sincerarci che il Comune farà quanto in suo potere per limitare i disagi alla popolazione scolastica, e che la nuova proroga della fine dei lavori, la terza, sia effettivamente l'ultima. 

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