Presso BAZARMILLA (a Noviglio, in Via G. Verdi 3 - mail: bazarmilla@hotmail.it - tel. 0290581331) sono già disponibili i moduli per la raccolta delle firme. Tutti gli interessati possono recarsi a firmare. Vi invitiamo a diffondere questo messaggio e a fare passaparola tra parenti, amici e conoscenti.
giovedì 19 dicembre 2013
Allarme sicurezza: al via la raccolta firme a Noviglio
Il Comitato civico "Noi di Noviglio" appoggia la petizione di iniziativa popolare "Allarme sicurezza a Noviglio. I cittadini pretendono risposte urgenti".
Presso BAZARMILLA (a Noviglio, in Via G. Verdi 3 - mail: bazarmilla@hotmail.it - tel. 0290581331) sono già disponibili i moduli per la raccolta delle firme. Tutti gli interessati possono recarsi a firmare. Vi invitiamo a diffondere questo messaggio e a fare passaparola tra parenti, amici e conoscenti.
Presso BAZARMILLA (a Noviglio, in Via G. Verdi 3 - mail: bazarmilla@hotmail.it - tel. 0290581331) sono già disponibili i moduli per la raccolta delle firme. Tutti gli interessati possono recarsi a firmare. Vi invitiamo a diffondere questo messaggio e a fare passaparola tra parenti, amici e conoscenti.
venerdì 13 dicembre 2013
Emergenza sicurezza: chiediamo risposte urgenti
Nelle ultime settimane i Novigliesi hanno assistito inermi ad una preoccupante sequenza di tentativi di effrazione, episodi di furto nelle abitazioni private e relative pertinenze, di vandalismo a danno delle proprietà pubbliche e private, di saccheggio, danneggiamento e furto di autovetture. In gioco c'è l'incolumità stessa delle persone.
Siamo purtoppo di fronte ad un’escalation degli episodi di microcriminalità nel nostro territorio, sebbene questi ultimi rappresentino da tempo a Noviglio un’emergenza costante. Molti cittadini segnalano una costante percezione di insicurezza e di esposizione al rischio di incursioni da parte di ladri e malintenzionati tra le mura domestiche, l’assenza di un presidio costante ed autorevole da parte delle forze dell’ordine sul territorio comunale, l’abbandono di intere frazioni all’incuria e al vandalismo.
Ci poniamo, in particolare, i seguenti interrogativi:
PRESIDIO DELLE FRAZIONI - relativamente al servizio di Polizia Locale, gestito dall’Unione di Comuni “I Fontanili” in condivisione con i comuni di Gaggiano e Besate, quante e quali sono le risorse umane e strumentali a disposizione del territorio novigliese, e qual è, in concreto, l’entità del presidio delle frazioni nel corso della giornata e delle ore notturne?
COORDINAMENTO FORZE DELL'ORDINE - esiste un coordinamento delle forze dell’ordine competenti, Polizia Locale e Carabinieri in primis, e tra esse e l’Amministrazione comunale, per garantire non solo interventi di emergenza “a chiamata”, ma un servizio di pattugliamento e monitoraggio costante del territorio e, in particolare, dei nostri centri abitati?
VIDEOSORVEGLIANZA - l’impianto di videosorveglianza, oggetto di un recente stanziamento di €. 4.636,00 per interventi di manutenzione e ripristino, è ora effettivamente in funzione? Quali sono i termini operativi per la gestione del servizio e in che modo la presenza di questo presidio può essere concretamente di ausilio per i cittadini nella prevenzione dei fenomeni di microcriminalità e/o nell’individuazione
dei colpevoli di eventuali reati al danno di persone o cose?
UNIONE DI POLIZIA LOCALE -
in che modo l’estensione del bacino di utenza dell’Unione di Polizia Locale incide sull’efficienza dei servizi, e in particolare sulla razionalizzazione dei costi diretti ed indiretti del servizio, con particolare riferimento al tema degli spostamenti e del presidio territoriale? E infine, a tale proposito, sono fondate le notizie, diffuse nei giorni scorsi dalla stampa locale, che vogliono come imminente l’ingresso nell’Unione di Polizia Locale del Comune di Corsico?
La cittadinanza, minacciata nella sua intimità, nella proprietà e anche fisicamente, nell'incolumità propria e della famiglia, chiede di sentirsi finalmente al sicuro a casa propria: chiede un maggior presidio fisico del territorio da parte delle forze dell’ordine, soprattutto nei centri abitati e nelle ore notturne, un’intensificazione dell’attività di videosorveglianza e monitoraggio, più prevenzione di fronte agli episodi di criminalità.
Già lo scorso lunedì 9 dicembre il Comitato aveva promosso un primo incontro ristretto sul tema della sicurezza con alcuni cittadini, per fare assieme il punto sulla situazione e condividere una strategia d’intervento. In data odierna è stata trasmessa al Sindaco la richiesta di un incontro urgente con i cittadini per chiedere all’Amministrazione uno sforzo congiunto con le forze dell’ordine per tentare di mettere un freno ad una situazione difficile: occorrono risposte ed azioni concrete che non possono che arrivare dalla sfera amministrativa e dalle forze dell’ordine, ma anche occhi aperti e massima attenzione da parte di ogni singolo concittadino.
Consapevoli del momento difficile per le finanze locali e delle caratteristiche del nostro territorio, siamo altresì convinti che su tema come questo dovrebbe trovare la massima condivisione da parte di tutti, indipendentemente dalle diverse visioni e divergenze politiche.
Siamo purtoppo di fronte ad un’escalation degli episodi di microcriminalità nel nostro territorio, sebbene questi ultimi rappresentino da tempo a Noviglio un’emergenza costante. Molti cittadini segnalano una costante percezione di insicurezza e di esposizione al rischio di incursioni da parte di ladri e malintenzionati tra le mura domestiche, l’assenza di un presidio costante ed autorevole da parte delle forze dell’ordine sul territorio comunale, l’abbandono di intere frazioni all’incuria e al vandalismo.
Ci poniamo, in particolare, i seguenti interrogativi:
PRESIDIO DELLE FRAZIONI - relativamente al servizio di Polizia Locale, gestito dall’Unione di Comuni “I Fontanili” in condivisione con i comuni di Gaggiano e Besate, quante e quali sono le risorse umane e strumentali a disposizione del territorio novigliese, e qual è, in concreto, l’entità del presidio delle frazioni nel corso della giornata e delle ore notturne?
COORDINAMENTO FORZE DELL'ORDINE - esiste un coordinamento delle forze dell’ordine competenti, Polizia Locale e Carabinieri in primis, e tra esse e l’Amministrazione comunale, per garantire non solo interventi di emergenza “a chiamata”, ma un servizio di pattugliamento e monitoraggio costante del territorio e, in particolare, dei nostri centri abitati?
VIDEOSORVEGLIANZA - l’impianto di videosorveglianza, oggetto di un recente stanziamento di €. 4.636,00 per interventi di manutenzione e ripristino, è ora effettivamente in funzione? Quali sono i termini operativi per la gestione del servizio e in che modo la presenza di questo presidio può essere concretamente di ausilio per i cittadini nella prevenzione dei fenomeni di microcriminalità e/o nell’individuazione
dei colpevoli di eventuali reati al danno di persone o cose?
UNIONE DI POLIZIA LOCALE -
in che modo l’estensione del bacino di utenza dell’Unione di Polizia Locale incide sull’efficienza dei servizi, e in particolare sulla razionalizzazione dei costi diretti ed indiretti del servizio, con particolare riferimento al tema degli spostamenti e del presidio territoriale? E infine, a tale proposito, sono fondate le notizie, diffuse nei giorni scorsi dalla stampa locale, che vogliono come imminente l’ingresso nell’Unione di Polizia Locale del Comune di Corsico?
La cittadinanza, minacciata nella sua intimità, nella proprietà e anche fisicamente, nell'incolumità propria e della famiglia, chiede di sentirsi finalmente al sicuro a casa propria: chiede un maggior presidio fisico del territorio da parte delle forze dell’ordine, soprattutto nei centri abitati e nelle ore notturne, un’intensificazione dell’attività di videosorveglianza e monitoraggio, più prevenzione di fronte agli episodi di criminalità.
Già lo scorso lunedì 9 dicembre il Comitato aveva promosso un primo incontro ristretto sul tema della sicurezza con alcuni cittadini, per fare assieme il punto sulla situazione e condividere una strategia d’intervento. In data odierna è stata trasmessa al Sindaco la richiesta di un incontro urgente con i cittadini per chiedere all’Amministrazione uno sforzo congiunto con le forze dell’ordine per tentare di mettere un freno ad una situazione difficile: occorrono risposte ed azioni concrete che non possono che arrivare dalla sfera amministrativa e dalle forze dell’ordine, ma anche occhi aperti e massima attenzione da parte di ogni singolo concittadino.
Consapevoli del momento difficile per le finanze locali e delle caratteristiche del nostro territorio, siamo altresì convinti che su tema come questo dovrebbe trovare la massima condivisione da parte di tutti, indipendentemente dalle diverse visioni e divergenze politiche.
mercoledì 11 dicembre 2013
Quando i conti non tornano...
Deve esserci sfuggito qualcosa: stavolta i conti proprio non ci tornano. Ci è ricapitata fra le mani la Deliberazione 5/2013, un provvedimento adottato dalla nostra Giunta comunale lo scorso 17 gennaio, con il quale la Giunta stessa si è rideterminata, al rialzo, le sue “indennità di funzione” e i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Il provvedimento si riallaccia ad un Decreto Ministeriale del 2000 (il D.M. 119/2000), che ha previsto la possibilità di ritoccare al rialzo gli stipendi degli Amministratori fino al 10%, qualora si verifichino alcune situazioni: del 5% in presenza di fluttuazioni stagionali della popolazione, tali da giustificare un aumento del carico di lavoro, del 3% in presenza di comuni con un’adeguata autonomia tributaria (ovvero con una percentuale di entrate proprie sul totale delle entrate del comune), e un ulteriore 2% in funzione dell’ammontare della spesa corrente pro-capite.
Tornando a noi, nella Delibera si prende giustamente atto dell’assenza di fluttuazioni stagionali della popolazione. E si passa quindi agli indicatori “economici”, quelli del 3% e del 2%, per la cui definizione si fa ovviamente riferimento all’ultimo esercizio finanziario chiuso alla data del provvedimento, ovvero quello del 2011 (approvato ad aprile 2012). Ci ritroviamo nel conteggio della spesa pro-capite: poco meno di due milioni e mezzo di euro di spesa corrente posta a bilancio (anche questi dati sono tutti facilmente consultabili sul sito del Ministero dell’Interno), a fronte di una popolazione di 4.519, determinano una media di 549,45 euro, a fronte di una media per la fascia demografica di 496,33 euro. Vada, quindi, per il 2% di aumento.
Qualcosa non torna, invece, in relazione al rapporto tra entrate proprie (tasse e altre entrate extratributarie contabilizzate) e totale delle entrate del comune, parametro che dovrebbe giustificare un aumento del 3% delle indennità: complessivamente 1.569.716 euro, a fronte di entrate generali per 4.340.190 euro, pari al 36,17%. La cosa che non ci torna è il passaggio in cui si afferma che quest’ultima percentuale sarebbe superiore a quella prevista dal Decreto, che per i comuni lombardi con meno di 5.000 abitanti è pari al 47% (vedi tabella B del Decreto).
Non ci è chiaro, e non entriamo nel merito, il motivo per il quale il legislatore nazionale - dopo avere imposto con la Finanziaria 2006 un taglio lineare del 10%, consenta ancora oggi, in piena "spending review" (sul sito del Ministero dell'Interno è possibile visualizzare gli obiettivi di risparmio per Noviglio, tra cui 2.191 euro per le indennità degli amministratori), aggiustamenti al rialzo degli stipendi degli eletti, sulla base di meri criteri quantitativi. Ci limitiamo, dunque, a prendere atto della possibilità prevista dalla legge, seppur in presenza di molti dubbi di legittimità e di vari pronunciamenti della Corte dei Conti.
Tornando a noi, nella Delibera si prende giustamente atto dell’assenza di fluttuazioni stagionali della popolazione. E si passa quindi agli indicatori “economici”, quelli del 3% e del 2%, per la cui definizione si fa ovviamente riferimento all’ultimo esercizio finanziario chiuso alla data del provvedimento, ovvero quello del 2011 (approvato ad aprile 2012). Ci ritroviamo nel conteggio della spesa pro-capite: poco meno di due milioni e mezzo di euro di spesa corrente posta a bilancio (anche questi dati sono tutti facilmente consultabili sul sito del Ministero dell’Interno), a fronte di una popolazione di 4.519, determinano una media di 549,45 euro, a fronte di una media per la fascia demografica di 496,33 euro. Vada, quindi, per il 2% di aumento.
Qualcosa non torna, invece, in relazione al rapporto tra entrate proprie (tasse e altre entrate extratributarie contabilizzate) e totale delle entrate del comune, parametro che dovrebbe giustificare un aumento del 3% delle indennità: complessivamente 1.569.716 euro, a fronte di entrate generali per 4.340.190 euro, pari al 36,17%. La cosa che non ci torna è il passaggio in cui si afferma che quest’ultima percentuale sarebbe superiore a quella prevista dal Decreto, che per i comuni lombardi con meno di 5.000 abitanti è pari al 47% (vedi tabella B del Decreto).
Matematicamente, qualcosa non quadra. Se i nostri conti fossero esatti, l’aumento sarebbe dovuto essere del solo 2%, e non già del 5%, come invece avvenuto. Lo stipendio del sindaco, che era di 1.952 euro prima, sarebbe quindi dovuto salire a 1.991 euro, invece che agli attuali 2.049 euro; il costo complessivo annuo della Giunta, che prima era di 33.382 euro, sarebbe dovuto lievitare solo fino a quota 34.149 euro, invece che fino ai 35.051 euro attualmente previsti per il 2013 (oltre, naturalmente, all’indennità di fine mandato, anch'essa da ritoccare).
Già, sono in tutto solo 1.000 euro di differenza, ma se i nostri dubbi amletici sulla legittimità di parte dell’aumento deliberato dovessero essere fondati, crediamo che alla scuola o all’asilo nido potrebbero comunque fare comodo, di questi tempi. Non trovate?
Già, sono in tutto solo 1.000 euro di differenza, ma se i nostri dubbi amletici sulla legittimità di parte dell’aumento deliberato dovessero essere fondati, crediamo che alla scuola o all’asilo nido potrebbero comunque fare comodo, di questi tempi. Non trovate?
mercoledì 6 novembre 2013
Via XXV Aprile: siamo alle solite…
La sera di lunedì 28 ottobre, poco dopo le 20, un incendio – sviluppatosi per cause ancora in corso di accertamento – all’interno di una ditta di autotrasporti in via Delle Scienze, zona artigianale di Binasco, ha causato il ferimento di un dipendente e la lieve intossicazione di altri due. Ricevuto l’allarme, due autoambulanze si sono recate sul posto per prestare soccorso, insieme a otto mezzi dei vigili del fuoco.
Questi ultimi, secondo quanto riferisce “Il Giorno”, avrebbero incontrato difficoltà per raggiungere la zona dell’incendio. Come noto, infatti, dopo la chiusura della Via XXV Aprile dalla rotatoria di Santa Corinna la zona produttiva binaschina è accessibile in entrata solo tramite due sottopassaggi – troppo bassi per consentire il passaggio di mezzi diversi dalle autovetture – oppure allungando il percorso fino alla località Boschetto, al confine con Vernate.
Secondo la ricostruzione de "Il Giorno", per poter intervenire tempestivamente sul luogo dell’incendio, dove hanno poi impiegato due ore per spegnere le fiamme, i mezzi dei vigili del fuoco sono stati costretti ad accedere contromano alla Via XXV Aprile, bypassando il sistema di chiusura predisposto dal Comune per inibire l’accesso veicolare alla strada comunale. Sono trascorsi ormai parecchi mesi dalla decisione unilaterale della Giunta comunale di chiudere la strada, per impedire ai mezzi pesanti di attraversare il centro abitato di Santa Corinna Nuova. Vale dunque la pena di ripercorrere per sommi capi la “storia”.
Il 14 aprile 2011 la Giunta Miera (con l’attuale Sindaco Verduci nel ruolo di Vice Sindaco e Assessore) ha deliberato l'approvazione di un atto di indirizzo con cui incarica l'ufficio tecnico di interdire l'accesso alla Via XXV Aprile e a predisporre la richiesta alla Provincia di posizionamento di un sistema di sbarramento azionabile con telecomando; quest'ultima richiesta, datata 19 aprile, viene inoltrata al settore Gestione Rete stradale della Provincia, la quale, il 12 luglio, pur richiamando in oggetto la richiesta di posizionamento di sbarra di accesso alla Via XXV Aprile da parte del Comune, autorizza non quest'ultimo intervento, bensì la modifica dell'isola spartitraffico con interdizione dell'accesso alla strada. È il 27 luglio quando il Comune autorizza l'assunzione di un impegno di spesa di 10.577 Euro per l'esecuzione degli interventi di chiusura della strada, a cui il 7 ottobre si aggiungerà l'ulteriore somma di 23.897 Euro per i lavori di riqualificazione della rotatoria.
Nell’autunno il Comitato Noi di Noviglio promuove una raccolta firme a favore della riapertura di Via XXV Aprile: in pochi giorni vengono raccolte circa 700 firme, che vengono trasmesse al’amministrazione comunale. In risposta, poco prima del Natale 2011 il Sindaco Miera scrive una lettera alla cittadinanza in cui ribadisce la correttezza delle sue scelte.
Il 27 gennaio 2012 la Provincia revoca l'autorizzazione del 12 luglio, chiedendo il ripristino dello stato dei luoghi, motivando la richiesta con il venir meno del progetto di separazione delle carreggiate tra la rotonda di Santa Corinna e quella della SS35 dei Giovi. La risposta non tarda ad arrivare: il 15 marzo, con Deliberazione n. 30, la Giunta comunale affida l’incarico per la promozione del ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la revoca dell’autorizzazione. Il ricorso promosso dal Comune di Noviglio viene notificato alla Provincia di Milano il 28 marzo 2012, mentre parte la campagna elettorale per le Amministrative. L’11 aprile 2012 il sottopasso di Via dell’Industria si allaga, riportando all’attenzione il problema dell’accesso alla frazione reso difficoltoso dalla limitazione della viabilità.
La situazione attuale è nota a tutti: non solo gli esercizi commerciali presenti continuano a evidenziare un significativo danno alle loro attività, ma la chiusura di Via XXV Aprile continua – come evidenziato dai recenti fatti del 28 ottobre – a rappresentare un impedimento per i mezzi di soccorso, nonché per i mezzi di servizio (autobus, camion raccolta rifiuti,...). La decisione di presentare ricorso al TAR porterà inevitabilmente con sé nuovi rinvii nelle decisioni, la prosecuzione dei disagi per la nostra Comunità e un potenziale rischio che forse gli stessi residenti della via non dovrebbero minimizzare.
Questi ultimi, secondo quanto riferisce “Il Giorno”, avrebbero incontrato difficoltà per raggiungere la zona dell’incendio. Come noto, infatti, dopo la chiusura della Via XXV Aprile dalla rotatoria di Santa Corinna la zona produttiva binaschina è accessibile in entrata solo tramite due sottopassaggi – troppo bassi per consentire il passaggio di mezzi diversi dalle autovetture – oppure allungando il percorso fino alla località Boschetto, al confine con Vernate.
Secondo la ricostruzione de "Il Giorno", per poter intervenire tempestivamente sul luogo dell’incendio, dove hanno poi impiegato due ore per spegnere le fiamme, i mezzi dei vigili del fuoco sono stati costretti ad accedere contromano alla Via XXV Aprile, bypassando il sistema di chiusura predisposto dal Comune per inibire l’accesso veicolare alla strada comunale. Sono trascorsi ormai parecchi mesi dalla decisione unilaterale della Giunta comunale di chiudere la strada, per impedire ai mezzi pesanti di attraversare il centro abitato di Santa Corinna Nuova. Vale dunque la pena di ripercorrere per sommi capi la “storia”.
Articolo de "Il Giorno" del 17 gennaio 2013 |
Il 14 aprile 2011 la Giunta Miera (con l’attuale Sindaco Verduci nel ruolo di Vice Sindaco e Assessore) ha deliberato l'approvazione di un atto di indirizzo con cui incarica l'ufficio tecnico di interdire l'accesso alla Via XXV Aprile e a predisporre la richiesta alla Provincia di posizionamento di un sistema di sbarramento azionabile con telecomando; quest'ultima richiesta, datata 19 aprile, viene inoltrata al settore Gestione Rete stradale della Provincia, la quale, il 12 luglio, pur richiamando in oggetto la richiesta di posizionamento di sbarra di accesso alla Via XXV Aprile da parte del Comune, autorizza non quest'ultimo intervento, bensì la modifica dell'isola spartitraffico con interdizione dell'accesso alla strada. È il 27 luglio quando il Comune autorizza l'assunzione di un impegno di spesa di 10.577 Euro per l'esecuzione degli interventi di chiusura della strada, a cui il 7 ottobre si aggiungerà l'ulteriore somma di 23.897 Euro per i lavori di riqualificazione della rotatoria.
Il sottopasso di Via dell'Industria allagato (11 aprile 2012) |
giovedì 17 ottobre 2013
Una rete di reciproco aiuto contro la crisi: la Banca del Tempo
In questi tempi di recessione si fa un gran parlare di liquidità, spread, tassi e debito sovrano. La triste realtà, davanti agli occhi di tutti, è che nella cosiddetta “economia reale”, quella in cui siamo quotidianamente immersi come lavoratori, consumatori e cittadini, gira sempre meno denaro: si guadagna meno e, di conseguenza, si spende meno per far quadrare bilanci familiari do
ve la voce “uscite”, tra prezzi sempre più proibitivi e aumento della pressione fiscale, erode giorno dopo giorno quella delle “entrate”. La riscoperta delle reti di solidarietà, del baratto, della famiglia e della comunità come “rete di salvataggio”, rappresenta l’altra faccia di questa crisi, di fronte alle difficoltà della vita di tutti i giorni.
La Banca del Tempo può essere considerata un’innovazione sociale che, attraverso la riorganizzazione e la razionalizzazione della rete di reciproco aiuto e di solidarietà tipica dei rapporti di buon vicinato e di comunità, consente di gestire un flusso di “scambi alla pari” non di beni (come nel baratto), né di denaro (come nell’economia monetaria), bensì di prestazioni volte a soddisfare specifici bisogni legati alla vita quotidiana, in una maniera che nessun servizio pubblico è in grado di fare, e tantomeno oggi.
La Banca del Tempo, dunque, si presenta come un istituto di credito un po’ particolare: presso il suo sportello non si deposita denaro e non si riscuotono interessi, bensì la disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri aderenti alla rete, utilizzando il tempo come unità di misura degli scambi. Ciascun socio mette a disposizione un po’ del suo tempo e della sua capacità per offrire ad un altro socio una certa competenza: le "ore" offerte vengono calcolate e "accreditate" o "addebitate" presso la Banca, e quindi messe in circolo all’interno della rete, cosicché può succedere che non sia la stessa persona che ha ricevuto la prestazione, a "rimborsarle", ma un altro aderente. È questo il vero elemento dirompente di un simile modello di "economia alternativa": la gestione della Banca consente di ampliare le potenzialità di scambio ad una rete più vasta, poiché non è necessariamente la persona a cui faccio un favore, quella che ne farà uno a me. Una volta maturato un “credito di tempo”, infatti, potrò andare a riscuoterlo pescando tra le competenze di qualsiasi altro “correntista”.
Le attività delle Banche del Tempo sono molto diverse: lezioni di cucina, attività di piccola manutenzione casalinga, accompagnamento e ospitalità, baby sitting, cura di piante e animali, ripetizioni scolastiche, lezioni di informatica, consulenza su questioni tecniche, legali, burocratiche, amministrative, compagnia, supporto alla mobilità, riparazioni sartoriali, preparazione di dolci e cibi,... Il tempo è l’unità di misura: il valore della prestazione è determinata dal tempo impiegato nello scambio; quindi l’ora di babysitting di una studentessa equivale all'ora di assistenza del ragioniere, l’ora impegnata dal pensionato per aggiustare una presa rotta ha lo stesso valore di quella della casalinga che prepara la torta per una festa di compleanno.
Ad ognuno degli aderenti viene intestato un regolare conto corrente-tempo e viene consegnato un libretto di assegni-tempo. Unico obbligo è il pareggio: il proprio conto corrente deve tendere ad avere saldo zero nell’arco di un periodo ragionevole di tempo. È severamente vietato il trasferimento di denaro: unica eccezione, quello eventualmente versato a titolo di rimborso, ad esempio quello per rifondere il costo della benzina, oppure delle uova per la preparazione di una torta.
È l’aspetto relazionale e conviviale che prevale, pur rimanendo estremamente importante l’aspetto funzionale. In questa “economia alternativa” basata sullo scambio, infatti, è inevitabile che si cominci facendo "qualcosa per" e si finisca per "fare qualcosa con".
Per questo motivo “Noi di Noviglio” crede fortemente nella necessità di dare vita, anche sul territorio di Noviglio, ad una Banca del Tempo, e ha dunque già costituito un comitato promotore per avviare la sperimentazione: si tratta di costruire un panel di prestazioni, elaborare e testare i meccanismi (anche tecnici) di gestione delle transazioni di prestazioni, redigere un regolamento operativo e applicarlo.
Naturalmente, le porte sono aperte a tutti i cittadini e a tutte le organizzazioni, comitati, associazioni che vogliono darci una mano, ciascuno per le sue possibilità e competenze. L’obiettivo è ambizioso: aprire le reti di solidarietà di vicinato, far conoscere le persone grazie allo scambio e la partecipazione.
Chi fosse interessato, ci può contattare via posta elettronica (noidinoviglio@gmail.com) oppure attraverso la nostra pagina Facebook.
ve la voce “uscite”, tra prezzi sempre più proibitivi e aumento della pressione fiscale, erode giorno dopo giorno quella delle “entrate”. La riscoperta delle reti di solidarietà, del baratto, della famiglia e della comunità come “rete di salvataggio”, rappresenta l’altra faccia di questa crisi, di fronte alle difficoltà della vita di tutti i giorni.
La Banca del Tempo può essere considerata un’innovazione sociale che, attraverso la riorganizzazione e la razionalizzazione della rete di reciproco aiuto e di solidarietà tipica dei rapporti di buon vicinato e di comunità, consente di gestire un flusso di “scambi alla pari” non di beni (come nel baratto), né di denaro (come nell’economia monetaria), bensì di prestazioni volte a soddisfare specifici bisogni legati alla vita quotidiana, in una maniera che nessun servizio pubblico è in grado di fare, e tantomeno oggi.
La Banca del Tempo, dunque, si presenta come un istituto di credito un po’ particolare: presso il suo sportello non si deposita denaro e non si riscuotono interessi, bensì la disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri aderenti alla rete, utilizzando il tempo come unità di misura degli scambi. Ciascun socio mette a disposizione un po’ del suo tempo e della sua capacità per offrire ad un altro socio una certa competenza: le "ore" offerte vengono calcolate e "accreditate" o "addebitate" presso la Banca, e quindi messe in circolo all’interno della rete, cosicché può succedere che non sia la stessa persona che ha ricevuto la prestazione, a "rimborsarle", ma un altro aderente. È questo il vero elemento dirompente di un simile modello di "economia alternativa": la gestione della Banca consente di ampliare le potenzialità di scambio ad una rete più vasta, poiché non è necessariamente la persona a cui faccio un favore, quella che ne farà uno a me. Una volta maturato un “credito di tempo”, infatti, potrò andare a riscuoterlo pescando tra le competenze di qualsiasi altro “correntista”.
Le attività delle Banche del Tempo sono molto diverse: lezioni di cucina, attività di piccola manutenzione casalinga, accompagnamento e ospitalità, baby sitting, cura di piante e animali, ripetizioni scolastiche, lezioni di informatica, consulenza su questioni tecniche, legali, burocratiche, amministrative, compagnia, supporto alla mobilità, riparazioni sartoriali, preparazione di dolci e cibi,... Il tempo è l’unità di misura: il valore della prestazione è determinata dal tempo impiegato nello scambio; quindi l’ora di babysitting di una studentessa equivale all'ora di assistenza del ragioniere, l’ora impegnata dal pensionato per aggiustare una presa rotta ha lo stesso valore di quella della casalinga che prepara la torta per una festa di compleanno.
Ad ognuno degli aderenti viene intestato un regolare conto corrente-tempo e viene consegnato un libretto di assegni-tempo. Unico obbligo è il pareggio: il proprio conto corrente deve tendere ad avere saldo zero nell’arco di un periodo ragionevole di tempo. È severamente vietato il trasferimento di denaro: unica eccezione, quello eventualmente versato a titolo di rimborso, ad esempio quello per rifondere il costo della benzina, oppure delle uova per la preparazione di una torta.
È l’aspetto relazionale e conviviale che prevale, pur rimanendo estremamente importante l’aspetto funzionale. In questa “economia alternativa” basata sullo scambio, infatti, è inevitabile che si cominci facendo "qualcosa per" e si finisca per "fare qualcosa con".
Naturalmente, le porte sono aperte a tutti i cittadini e a tutte le organizzazioni, comitati, associazioni che vogliono darci una mano, ciascuno per le sue possibilità e competenze. L’obiettivo è ambizioso: aprire le reti di solidarietà di vicinato, far conoscere le persone grazie allo scambio e la partecipazione.
Chi fosse interessato, ci può contattare via posta elettronica (noidinoviglio@gmail.com) oppure attraverso la nostra pagina Facebook.
mercoledì 9 ottobre 2013
Consulta di frazione: meno "steccati", più partecipazione
Era il 27 giugno scorso quando veniva convocato in Municipio un “incontro preliminare” della cosiddetta commissione consiliare per le frazioni del Comune di Noviglio. Ve la ricordate? La “consulta di frazione” era uno dei cavalli di battaglia di tutte e tre le liste civiche alle elezioni comunali del 2012, un organo di coinvolgimento e partecipazione della cittadinanza che svolge una funzione consultiva nei confronti dell’istituzione comunale rispetto alle problematiche di rilievo per i diversi ambiti che costituiscono il nostro territorio.
In sede di avvio dell’iniziativa da parte della Giunta in carica, aveva destato non poco scalpore una disposizione relativa ai criteri di selezione dei componenti della consulta di frazione inserita nella Deliberazione n. 28/2012 approvata in occasione della seduta pomeridiana del Consiglio comunale del 28 giugno 2012 (dove era passata inosservata forse complice anche la semifinale contro la Germania agli Europei, poi vinta 2 a 1), e successivamente confermata dalla Deliberazione della Giunta n.19 del 21 febbraio 2013. Di che cosa stiamo parlando? In definitiva, si prevede che "gli aspiranti candidati non siano stati candidati alla carica di Sindaco o di consigliere comunale nelle liste locali, alle scorse elezioni del 6/7 maggio 2012".
Traducendo in parole povere, se escludiamo gli esponenti della lista vincente e i candidati sindaci delle liste perdenti, che già siedono in Consiglio, ovvero dell’organo “consultante”, la disposizione preclude a sedici liberi cittadini novigliesi (i due non eletti della lista di maggioranza e i sette di ciascuna delle due liste perdenti) il diritto di partecipare attivamente a questo momento della vita civica della Comunità. La "colpa"? Semplicemente quella di aver esercitato il diritto all'elettorato passivo sancito dall'articolo 51, comma 1 della Carta Costituzionale.
In seguito, la Giunta ha esplicitato pubblicamente, in varie occasioni, le ragioni di questa scelta: quella di estendere a soggetti “estranei alla politica” la partecipazione ad organismi di consultazione popolare. Tuttavia, è abbastanza evidente – anche solo prendendo semplicemente atto della blanda (se non quasi del tutto assente) partecipazione alle sedute di un Consiglio comunale, purtroppo sempre più autoreferenziale – che in una piccola Comunità è forse proprio tra quei pochi che alle elezioni amministrative decidono di “metterci la faccia” che si può trovare qualche volenteroso. Lì, tra i “gruppi civici” (perché del termine “politica” si fa un uso assai strumentale, dalle nostre parti), ma soprattutto tra le Associazioni attive sul territorio.
Traducendo in parole povere, se escludiamo gli esponenti della lista vincente e i candidati sindaci delle liste perdenti, che già siedono in Consiglio, ovvero dell’organo “consultante”, la disposizione preclude a sedici liberi cittadini novigliesi (i due non eletti della lista di maggioranza e i sette di ciascuna delle due liste perdenti) il diritto di partecipare attivamente a questo momento della vita civica della Comunità. La "colpa"? Semplicemente quella di aver esercitato il diritto all'elettorato passivo sancito dall'articolo 51, comma 1 della Carta Costituzionale.
In seguito, la Giunta ha esplicitato pubblicamente, in varie occasioni, le ragioni di questa scelta: quella di estendere a soggetti “estranei alla politica” la partecipazione ad organismi di consultazione popolare. Tuttavia, è abbastanza evidente – anche solo prendendo semplicemente atto della blanda (se non quasi del tutto assente) partecipazione alle sedute di un Consiglio comunale, purtroppo sempre più autoreferenziale – che in una piccola Comunità è forse proprio tra quei pochi che alle elezioni amministrative decidono di “metterci la faccia” che si può trovare qualche volenteroso. Lì, tra i “gruppi civici” (perché del termine “politica” si fa un uso assai strumentale, dalle nostre parti), ma soprattutto tra le Associazioni attive sul territorio.
I risultati dell’avviso pubblico varato dalla Giunta hanno avvalorato questa tesi. Alla riunione del 27 giugno i componenti “selezionati” della commissione si contavano sulle dita di una mano: tra questi, un paio di candidati “ribelli” alle ultime elezioni, come il nostro Segretario, che hanno sfidato la Giunta presentando ugualmente la candidatura che li escludeva, per denunciare la violazione dei principi di uguaglianza tra cittadini e la lesione del diritto all’elettorato attivo e passivo. Preso atto del fallimento conclamato, la riunione si è chiusa dunque con un nulla di fatto, e la promessa di riaggiornarci in autunno per la riapertura – secondo modalità non ben definite – dell’avviso pubblico. Poi, il silenzio.
Il Comitato Civico “Noi di Noviglio”, nei giorni scorsi, ha trasmesso al Sindaco di Noviglio una proposta operativa e concreta, che si prefigge il più ampio obiettivo di “sancire la rilevanza dell’associazionismo nell’ambito delle strategie per lo sviluppo locale tramite il rafforzamento dell’impegno civico e sociale della nostra Comunità, ma anche quello di individuare nelle Organizzazioni associative locali nuovi potenziali interlocutori, nel quadro di un confronto più ampio con la cittadinanza, per avvicinare le persone alla vita sociale, civile e culturale del paese”.
In concreto, la proposta prevede, innanzitutto, il varo di un regolamento per la gestione di un Albo comunale delle organizzazioni di tipo associativo attive nel nostro territorio, articolato in sezioni tematiche, che assolva alla funzione di garantire il riconoscimento formale delle Associazioni quali interlocutori del Comune, ad esempio per il patrocinio di iniziative e la stipula di convenzioni con l’Ente comunale, l’assegnazione in utilizzo temporaneo di strutture o di sedi associative di proprietà dell’ente, la nomina di rappresentanti in commissioni e/o gruppi di studio, la concessione di contributi ordinari e straordinari. Una bozza di testo del Regolamento è stata redatta dal gruppo di lavoro del Comitato e trasmessa in Comune.
Si propone, inoltre, il rilancio dell’avviso pubblico per la costituzione della Consulta, a seguito della rettifica del testo nelle parti palesemente in conflitto con logiche partecipative e la ridefinizione dei criteri di funzionamento e rappresentatività della Commissione consultiva, attualmente poco chiari: a tale proposito, si è rimarcata la necessità di un coinvolgimento diretto nel processo di consultazione delle Associazioni locali (possibilmente, a valle del varo dell’Albo di cui sopra).
“Noi di Noviglio” c’è stata e ci sarà, come crediamo anche tutte le altre numerose organizzazioni del volontariato civico attive sul nostro meraviglioso territorio. Stiamo a vedere.
Il Comitato Civico “Noi di Noviglio”, nei giorni scorsi, ha trasmesso al Sindaco di Noviglio una proposta operativa e concreta, che si prefigge il più ampio obiettivo di “sancire la rilevanza dell’associazionismo nell’ambito delle strategie per lo sviluppo locale tramite il rafforzamento dell’impegno civico e sociale della nostra Comunità, ma anche quello di individuare nelle Organizzazioni associative locali nuovi potenziali interlocutori, nel quadro di un confronto più ampio con la cittadinanza, per avvicinare le persone alla vita sociale, civile e culturale del paese”.
Si propone, inoltre, il rilancio dell’avviso pubblico per la costituzione della Consulta, a seguito della rettifica del testo nelle parti palesemente in conflitto con logiche partecipative e la ridefinizione dei criteri di funzionamento e rappresentatività della Commissione consultiva, attualmente poco chiari: a tale proposito, si è rimarcata la necessità di un coinvolgimento diretto nel processo di consultazione delle Associazioni locali (possibilmente, a valle del varo dell’Albo di cui sopra).
“Noi di Noviglio” c’è stata e ci sarà, come crediamo anche tutte le altre numerose organizzazioni del volontariato civico attive sul nostro meraviglioso territorio. Stiamo a vedere.
martedì 1 ottobre 2013
La nuova scuola pesca la carta degli “imprevisti” e riparte dal via
Ci siamo lasciati, prima della pausa estiva, prendendo atto dello slittamento dei tempi di consegna dell’ampliamento del plesso scolastico e manifestando l’auspicio che fosse l’ultimo atto di questa travagliata vicenda. Il 12 settembre, appena il tempo di dare il via a un altro anno scolastico “in cantiere”, la Giunta si è riunita per approvare la seconda perizia in variante e un “pacchetto” di interventi complementari alla realizzazione dell'opera (Deliberazione di Giunta n. 89 del 12 settembre 2013). Vale dunque la pena di ripercorrere per sommi capi cosa è successo.
A ottobre 2011, ormai quasi due anni fa, l’impresa esecutrice si aggiudica l’appalto con un ribasso d’asta del 38,74%, per un importo totale di 1.011.659,95 Euro. Il 1° dicembre cominciano i lavori. Trascorso poco meno di un anno, a novembre 2012 si decide di intervenire sulla tipologia strutturale dei solai, passando dal calcestruzzo armato previsto in sede di progetto, alle lastre in predalles. Per farlo, l’Amministrazione impegna l'intera somma che la legge consente di utilizzare per modifiche “motivate da obiettive esigenze derivanti da circostanze sopravvenute e imprevedibili”, nella misura del 5 per cento dell’importo dei lavori: 50.382,15 Euro, il tutto per ottenere un risultato (l’alleggerimento della struttura) forse prevedibile già in sede di progettazione iniziale. Nel frattempo, come noto, i lavori rallentano: il termine dei lavori, inizialmente fissato a gennaio 2013, slitta prima ad aprile 2013 e poi, a causa dei problemi finanziari dell’impresa esecutrice di cui abbiamo già parlato, a gennaio 2014.
Ed eccoci dunque alla recente Deliberazione 89. Il provvedimento della Giunta richiama una disposizione inserita nel Nuovo Regolamento Appalti (il D.P.R. 207/2010), che all’articolo 161 disciplina le cosiddette “variazioni ed addizioni al progetto approvato”, ricordando che in taluni casi, la stazione appaltante (in questo caso, il Comune) può ordinare all’impresa esecutrice una variazione dei lavori fino alla concorrenza di un quinto dell’importo dell’appalto. Vale la pena, però, di ricordare anche quali sono gli eventi che rendono giustificabile un aumento così consistente dei costi dell’opera, casi che sono disciplinati puntualmente dal già citato Codice dei Contratti (il D.Lgs. 163/2006). Primo: sono entrate in vigore nuove leggi che comportano delle modifiche all'opera; ad esempio, una norma sulla sicurezza in galleria che impone la realizzazione di un cunicolo di emergenza. Secondo: per cause “impreviste e imprevedibili” al momento della progettazione. Terzo: si sono verificati eventi che incidono sulla natura stessa del bene su cui si interviene, oppure sono state fatte delle scoperte imprevedibili; è il caso della scoperta di un affresco che era nascosto dall’intonaco e sconosciuto e che richiede un intervento specifico. Quarto: si assiste ad un’imprevedibile variazione dei costi del materiale o della manodopera, che rende necessaria la revisione del prezzo. Quinto, ed ultimo: la modifica si rende indispensabile a causa “di errori o di omissioni” nel progetto esecutivo, nel qual caso, naturalmente, i danni subiti sono a carico di chi ha sbagliato.
Vediamo dunque quali sono le opere oggetto di variante: pavimentazioni in masselli autobloccanti in sostituzione del grés porcellanato, un tamponamento perimetrale e uno in cartongesso sulle pareti interne della palestra, una modifica dell’impianto di riscaldamento, con riqualificazione di quello già esistente nel plesso, l’impianto di aerazione della cucina e quello di condizionamento della palestra. Ma anche la tinteggiatura delle pareti, interne ed esterne, e un doveroso adeguamento a disposizioni dettate dai Vigili del Fuoco. Risulta purtroppo difficile capire in quale casistica rientri il corposo elenco di interventi previsto dalla Delibera: quanto può essere “imprevista o imprevedibile” la tinteggiatura di un edificio, quale causa di forza maggiore può portare a preferire un massello autobloccante a una piastrella, quale nuova normativa impone di prevedere un impianto di aerazione in una cucina? O forse rientriamo nell’ultima casistica, e il progetto era semplicemente lacunoso?
Fatto sta che, dopo il primo aumento di 50.382,15 Euro del novembre 2012, con questa seconda perizia di variante l’importo dei valori cresce di ulteriori 143.407,37 Euro. A questo vanno poi aggiunte le cosiddette “opere complementari”, quali sistemazione del verde, pavimentazioni esterne, pluviali, ascensore e, di nuovo, tinteggiature interne ed esterne: altri 103.400,03 Euro netti. Aumento complessivo pari a 297.189,55 Euro (netti) rispetto all’importo iniziale di 1.011.659,95 Euro: +29,37%. Ora, di fronte a queste cifre, ci si può legittimamente interrogare su che senso abbia bandire una gara a 1,6 milioni di Euro di base d’asta (dove però apprendiamo che l’importo non tiene conto di elementari elementi di finitura e completamento), affidarla ad un'impresa a un milione di Euro con un ribasso del 38%, e poi, nell’arco di appena due anni, assistere alla crescita della spesa fino a 1,3 milioni di Euro? È forse un sistema che premia l’efficienza, la rapidità di esecuzione dell’appalto e la qualità dell’opera? Non ci sembra, a giudicare dai fatti.
A beneficio di verità, bisogna sottolineare che ci si trova in un quadro di sostanziale invarianza di spesa, nel senso che il piano finanziario chiude esattamente ai due milioni di Euro stabiliti in origine: ma vale la pena di ricordare che di questi due milioni, solo tre quarti sono finanziati con un mutuo, mentre il restante quarto con risorse proprie del Comune. L’incremento dell’importo dei lavori sta andando ad erodere le economie generate dal ribasso d’asta, con un potenziale aggravio dei costi reali a carico dei cittadini. Prendendo per buona la “tesi dell’imprevedibilità delle opere” quale motivo per operare tramite successive varianti in corso d'opera, crediamo che un idoneo indirizzo iniziale alla progettazione, in grado quantomeno di anticipare aspetti elementari, abbinato ad una più razionale gestione della fase di gara e della fase esecutiva da parte dell’Amministrazione in carica, avrebbe potuto portare ad una più efficiente allocazione delle risorse, e forse anche ad un minore ricorso all’indebitamento, con un probabile risparmio economico per il Comune.
Depositeremo una memoria in Comune nelle prossime ore, in attesa (anzi, nella speranza) di essere smentiti punto per punto, e che le nostre preoccupazioni risultino infondate. Ma lo faremo soprattutto per sincerarci che il Comune farà quanto in suo potere per limitare i disagi alla popolazione scolastica, e che la nuova proroga della fine dei lavori, la terza, sia effettivamente l'ultima.
A ottobre 2011, ormai quasi due anni fa, l’impresa esecutrice si aggiudica l’appalto con un ribasso d’asta del 38,74%, per un importo totale di 1.011.659,95 Euro. Il 1° dicembre cominciano i lavori. Trascorso poco meno di un anno, a novembre 2012 si decide di intervenire sulla tipologia strutturale dei solai, passando dal calcestruzzo armato previsto in sede di progetto, alle lastre in predalles. Per farlo, l’Amministrazione impegna l'intera somma che la legge consente di utilizzare per modifiche “motivate da obiettive esigenze derivanti da circostanze sopravvenute e imprevedibili”, nella misura del 5 per cento dell’importo dei lavori: 50.382,15 Euro, il tutto per ottenere un risultato (l’alleggerimento della struttura) forse prevedibile già in sede di progettazione iniziale. Nel frattempo, come noto, i lavori rallentano: il termine dei lavori, inizialmente fissato a gennaio 2013, slitta prima ad aprile 2013 e poi, a causa dei problemi finanziari dell’impresa esecutrice di cui abbiamo già parlato, a gennaio 2014.
Ed eccoci dunque alla recente Deliberazione 89. Il provvedimento della Giunta richiama una disposizione inserita nel Nuovo Regolamento Appalti (il D.P.R. 207/2010), che all’articolo 161 disciplina le cosiddette “variazioni ed addizioni al progetto approvato”, ricordando che in taluni casi, la stazione appaltante (in questo caso, il Comune) può ordinare all’impresa esecutrice una variazione dei lavori fino alla concorrenza di un quinto dell’importo dell’appalto. Vale la pena, però, di ricordare anche quali sono gli eventi che rendono giustificabile un aumento così consistente dei costi dell’opera, casi che sono disciplinati puntualmente dal già citato Codice dei Contratti (il D.Lgs. 163/2006). Primo: sono entrate in vigore nuove leggi che comportano delle modifiche all'opera; ad esempio, una norma sulla sicurezza in galleria che impone la realizzazione di un cunicolo di emergenza. Secondo: per cause “impreviste e imprevedibili” al momento della progettazione. Terzo: si sono verificati eventi che incidono sulla natura stessa del bene su cui si interviene, oppure sono state fatte delle scoperte imprevedibili; è il caso della scoperta di un affresco che era nascosto dall’intonaco e sconosciuto e che richiede un intervento specifico. Quarto: si assiste ad un’imprevedibile variazione dei costi del materiale o della manodopera, che rende necessaria la revisione del prezzo. Quinto, ed ultimo: la modifica si rende indispensabile a causa “di errori o di omissioni” nel progetto esecutivo, nel qual caso, naturalmente, i danni subiti sono a carico di chi ha sbagliato.
Vediamo dunque quali sono le opere oggetto di variante: pavimentazioni in masselli autobloccanti in sostituzione del grés porcellanato, un tamponamento perimetrale e uno in cartongesso sulle pareti interne della palestra, una modifica dell’impianto di riscaldamento, con riqualificazione di quello già esistente nel plesso, l’impianto di aerazione della cucina e quello di condizionamento della palestra. Ma anche la tinteggiatura delle pareti, interne ed esterne, e un doveroso adeguamento a disposizioni dettate dai Vigili del Fuoco. Risulta purtroppo difficile capire in quale casistica rientri il corposo elenco di interventi previsto dalla Delibera: quanto può essere “imprevista o imprevedibile” la tinteggiatura di un edificio, quale causa di forza maggiore può portare a preferire un massello autobloccante a una piastrella, quale nuova normativa impone di prevedere un impianto di aerazione in una cucina? O forse rientriamo nell’ultima casistica, e il progetto era semplicemente lacunoso?
Fatto sta che, dopo il primo aumento di 50.382,15 Euro del novembre 2012, con questa seconda perizia di variante l’importo dei valori cresce di ulteriori 143.407,37 Euro. A questo vanno poi aggiunte le cosiddette “opere complementari”, quali sistemazione del verde, pavimentazioni esterne, pluviali, ascensore e, di nuovo, tinteggiature interne ed esterne: altri 103.400,03 Euro netti. Aumento complessivo pari a 297.189,55 Euro (netti) rispetto all’importo iniziale di 1.011.659,95 Euro: +29,37%. Ora, di fronte a queste cifre, ci si può legittimamente interrogare su che senso abbia bandire una gara a 1,6 milioni di Euro di base d’asta (dove però apprendiamo che l’importo non tiene conto di elementari elementi di finitura e completamento), affidarla ad un'impresa a un milione di Euro con un ribasso del 38%, e poi, nell’arco di appena due anni, assistere alla crescita della spesa fino a 1,3 milioni di Euro? È forse un sistema che premia l’efficienza, la rapidità di esecuzione dell’appalto e la qualità dell’opera? Non ci sembra, a giudicare dai fatti.
A beneficio di verità, bisogna sottolineare che ci si trova in un quadro di sostanziale invarianza di spesa, nel senso che il piano finanziario chiude esattamente ai due milioni di Euro stabiliti in origine: ma vale la pena di ricordare che di questi due milioni, solo tre quarti sono finanziati con un mutuo, mentre il restante quarto con risorse proprie del Comune. L’incremento dell’importo dei lavori sta andando ad erodere le economie generate dal ribasso d’asta, con un potenziale aggravio dei costi reali a carico dei cittadini. Prendendo per buona la “tesi dell’imprevedibilità delle opere” quale motivo per operare tramite successive varianti in corso d'opera, crediamo che un idoneo indirizzo iniziale alla progettazione, in grado quantomeno di anticipare aspetti elementari, abbinato ad una più razionale gestione della fase di gara e della fase esecutiva da parte dell’Amministrazione in carica, avrebbe potuto portare ad una più efficiente allocazione delle risorse, e forse anche ad un minore ricorso all’indebitamento, con un probabile risparmio economico per il Comune.
Depositeremo una memoria in Comune nelle prossime ore, in attesa (anzi, nella speranza) di essere smentiti punto per punto, e che le nostre preoccupazioni risultino infondate. Ma lo faremo soprattutto per sincerarci che il Comune farà quanto in suo potere per limitare i disagi alla popolazione scolastica, e che la nuova proroga della fine dei lavori, la terza, sia effettivamente l'ultima.
sabato 7 settembre 2013
Piccoli comuni, grandi progetti: al via il bando “6000 campanili”
L’iniziativa riguarda la realizzazione di un piano di piccole opere nei Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, tra cui Noviglio. I progetti devono riguardare edifici di proprietà comunale e immobili sui quali il soggetto interessato ha titolo per attuare interventi di adeguamento, ristrutturazione e nuova costruzione di edifici pubblici, adozione di misure antisismiche, realizzazione e manutenzione di reti viarie e infrastrutture o reti telematiche, nonché interventi di salvaguardia e messa in sicurezza del territorio. Il finanziamento al Comune sarà di importo compreso tra 500mila e 1 milione di euro: in caso di progetti di importo superiore il soggetto deve indicare la copertura a proprie spese della parte restante.
Quasi obbligatorio, a queste condizioni, partecipare al programma, e diamo per assodato che anche il nostro Comune non sarà da meno: l'auspicio è che la qualità della proposta presentata – magari giocando la carta del cronico deficit di attrezzature, servizi e socialità del nostro territorio dopo anni di stagnazione, sia in grado di sbaragliare la concorrenza agguerrita dei molti Comuni dotati di maggiore dimestichezza con bandi e progettualità.
È fondamentale fare in fretta: i finanziamenti vengono assegnati alle richieste ritenute finanziabili e poste in ordine di arrivo, fino al raggiungimento dell’importo complessivo destinato al programma. La convenzione col Ministero prevede di finanziare almeno 35 progetti, di cui un minimo di 3 nella sola Lombardia: considerando che il 75% dei comuni lombardi (1.153 su 1.546) ha meno di 5.000 abitanti… che la battaglia abbia inizio!
giovedì 5 settembre 2013
Più sicurezza sulla strada comunale per Tavernasco
I lavori, eseguiti dall'Impresa C.M.S. Strade di Bareggio, hanno interessato alcuni tratti della viabilità (in particolare, all'uscita da Mairano, e nel tratto tra il Mulino della Segrona e Tavernasco, per un totale di circa 200 metri) dove si erano aperte importanti fessure. Costo dell'operazione: 8.040 Euro più IVA. Contestualmente, sono stati eseguiti ulteriori lavori di ripristino stradale in tutto il territorio comunale.
Un primo intervento di messa in sicurezza lungamente atteso da molti cittadini di Noviglio e di altri Comuni, che percorrono quotidianamente questa strada diretti verso l'area metropolitana milanese, soprattutto per aggirare il nodo congestionato all'altezza del casello dell'autostrada.
domenica 1 settembre 2013
Fusione di Comuni: politica e senso di responsabilità
Millecinquecentoquarantasei: questo è il numero di Comuni in cui è frazionato il territorio della Lombardia, in media uno ogni 6.600 abitanti. La situazione, va da sé, è abbastanza allarmante, se si considera che oltre tre quarti di questi Comuni conta una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, più della metà sta sotto i 3.000, e addirittura un quarto (358 comuni, pari al 23,2% del totale regionale) si colloca incredibilmente al di sotto della "soglia psicologica" dei mille, con paradossali situazioni di località con poche decine di abitanti (vedasi Pedesina, Sondrio, con la bellezza di 33 abitanti, sindaco incluso).
A una prima, laica analisi del problema, sembra che, per quanto piccolo ed insignificante, un Comune goda, a prescindere da tutto e da tutti, di un “diritto divino” ad esistere, anche se, per forza di cose (ed ora lo prevede anche la legge), è ormai costretto ad affidare a terzi o mettere in comune con altre piccole realtà servizi e funzioni fondamentali: una scatola sempre più vuota, dunque, in uno scenario assolutamente fuori controllo e disordinato. Sovrapposizioni, servizi a singhiozzo per mancanza di personale, funzioni spalmate su decine di centri di competenza diversi, sindaci di professione, rimborsi a pioggia e gettoni di presenza: un’inefficienza tipicamente italiana, che costa, secondo alcune stime, circa 800 miliardi di euro l’anno. Il quadro sta diventando sempre più allarmante a causa della crisi: meno budget, in Italia, significa esclusivamente tagli lineari e aumento delle tasse locali... ma guai a chi tocca il diritto divino alla propria “indipendenza comunale”.
Ecco, allora, la risposta della politica. Per ridurre i costi dei Comuni, si crea un nuovo Ente. Incalzati, come detto, dalla legge, i Comuni corrono scompostamente ai ripari, dando vita a fantasiose "Unioni di Comuni", tenute insieme più dalla fretta, dalla stima personale, da situazioni contingenti come la condivisione di un dipendente e dalle affinità politiche, oltre che dal "caso" o dal "fato", che da una reale logica di riorganizzazione territoriale ed efficientamento dei costi. Senza chiedere nulla a nessuno, sono nate Unioni tra Comuni che non solo non confinano neanche tra loro, ma i cui municipi distano decine di chilometri: patti scellerati ma vincolanti per periodi che vanno ben oltre i singoli mandati elettorali, e dai quali si esce solo pagando dazio. Una bella responsabilità nei confronti dei cittadini.
Una possibile alternativa alla finzione delle Unioni? Creare sì un nuovo Comune, ma sopprimere quelli di partenza. La "fusione di Comuni" consiste nell’accorpamento di uno o più amministrazioni, che vengono quindi a sparire dalla cartina geografica come Enti autonomi, in una nuova entità comunale, più grande, più vitale, più autosufficiente, in grado di offrire direttamente tutti i servizi a cui i cittadini contribuiscono con le tasse, tagliando in maniera stavolta davvero importante le inefficienze legate all’errata allocazione di risorse (si pensi solo a sedi e mezzi) e al personale, anche senza rinunciare alla presenza sul territorio. Ma anche, e soprattutto, abbattendo drasticamente i costi (e gli interessi) della lobby politica locale. Ed è questo il motivo per cui finora questa possibilità, prevista fin dalle origini dall’ordinamento degli enti locali, è stata poco praticata: molto meglio alimentare il campanilismo, agitando lo spettro della perdita dell’autonomia municipale per conservare il cadreghino in qualche municipio sperduto.
Regione Lombardia ha recentemente adottato una risoluzione per semplificare le procedure di fusione di Comuni. Il provvedimento intende garantire il più ampio coinvolgimento delle popolazioni interessate attraverso strumenti di partecipazione diretta e informazioni relative alle procedure di fusione proposta e prevede di realizzare in un’unica giornata la grande maggioranza delle consultazioni referendarie (referendum day) per consentire anche un’ampia risonanza sul tema. Sono già 11 le fusioni in cantiere, che riguardano una cinquantina di Comuni lombardi. E' appena il caso di dire che non solo la fusione garantisce risparmi istantanei grazie alla razionalizzazione dei costi, ma che la legge prevede cospicui incentivi economici agli Enti che nasceranno secondo questo processo di aggregazione. Altro che Unione...
Ecco, allora, la risposta della politica. Per ridurre i costi dei Comuni, si crea un nuovo Ente. Incalzati, come detto, dalla legge, i Comuni corrono scompostamente ai ripari, dando vita a fantasiose "Unioni di Comuni", tenute insieme più dalla fretta, dalla stima personale, da situazioni contingenti come la condivisione di un dipendente e dalle affinità politiche, oltre che dal "caso" o dal "fato", che da una reale logica di riorganizzazione territoriale ed efficientamento dei costi. Senza chiedere nulla a nessuno, sono nate Unioni tra Comuni che non solo non confinano neanche tra loro, ma i cui municipi distano decine di chilometri: patti scellerati ma vincolanti per periodi che vanno ben oltre i singoli mandati elettorali, e dai quali si esce solo pagando dazio. Una bella responsabilità nei confronti dei cittadini.
Gaggiano e il Naviglio Grande |
L'arcipelago dell'Unione di Comuni "I Fontanili" |
Per questo il nostro Comitato intende intraprendere un percorso per informare i cittadini delle straordinarie opportunità che la legge nazionale e quella regionale offrono, chiedendo semplicemente di essere consultati in merito alla necessità e alla modalità per dare vita ad un Ente che – oltre ad essere percepito “culturalmente, storicamente e geograficamente come “reale”, e non di cartone – sia davvero meno costoso e più efficiente.
venerdì 26 luglio 2013
Consumo di suolo zero: facciamo un po' di chiarezza
L'espressione "consumo di suolo zero" appare da qualche tempo un po' abusata. In una fase di profonda crisi per l'industria delle costruzioni, che dopo cinque anni di recessione ha raggiunto oggi il livello minimo dal Dopoguerra, infatti, la diminuzione della pressione edificatoria sulle aree libere sembra determinata più da fattori esterni che da una seria politica di governo delle trasformazioni territoriali: ormai si tratta di uno dei "mantra" di un ambientalismo spesso improvvisato e di facciata, di fronte al quale bisogna, come cittadini, pretendere chiarezza e serietà.
Bisogna innanzitutto partire da una definizione di "consumo di suolo". Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, adottato ma ancora non approvato in via definitiva (e nessuno può dire che fine faranno ora le Province), aveva tentato di definire uno standard per il calcolo di questo fantomatico "consumo di suolo". Un Decreto Legge sul consumo di suolo agricolo per usi edificatori, varato durante il Governo Monti dall'allora Ministro Catania, giace da oltre un anno in Parlamento, in attesa del via libera da parte delle Regioni. Nessuno sa esattamente che cosa sia, questo "suolo consumato". Non resta che affidarsi alla propria percezione empirica: un conto è un'area urbana, anche se ricca di verde "artificiale", dove la presenza dell'uomo risulta prevalente; altra cosa sono le aree agricole, caratterizzate da un livello di naturalità del suolo e da un valore ecologico decisamente più alto. Ebbene, il "consumo di suolo" consiste nel passaggio da area agricola o naturale a suolo urbanizzato (incluso il verde urbano), misurato in metri quadrati di superficie territoriale all'anno. Ed è in questo modo che Legambiente misura il suolo consumato dagli anni Cinquanta ad oggi in Lombardia. A questa fonte autorevole vogliamo fare riferimento per tentare di fare una stima del potenziale impatto delle previsioni del PGT di Noviglio.
Qualche dato sul territorio novigliese. Nel 1954 le aree urbane a Noviglio occupavano appena 33 ettari, il 2% della superficie comunale. Nel 1999, dopo circa 45 anni, la superficie occupata da attività umane era salita a 146 ettari, con un incremento del 409%. Nel decennio successivo, tra il 1999 e il 2009, un’altra crescita di 23,92 ettari, pari al +16,34% nel decennio: la superficie urbanizzata ha raggiunto oggi l’11% del totale, a scapito delle aree agricole, diminuite proporzionalmente.
Le previsioni edificatorie del PGT da poco entrato in vigore (concentrate in nove piani attuativi e in tre ambiti di trasformazione, di cui si allega una mappa) coinvolgono una superficie territoriale di 36,6 ettari: su queste aree, la cui edificazione è oggi rallentata solo ed esclusivamente a causa della crisi, sorgeranno ben 84.000 metri cubi di residenze (circa 27.000 mq), 73.000 mq di produttivo, 50.000 di terziario e commerciale.Della superficie territoriale che sarà interessata dalle trasformazioni, almeno 28,5 ettari riguardano aree oggi agricole: se nel periodo di vigenza del Documento di Piano, ovvero nei prossimi cinque anni, il mercato immobiliare si sbloccasse, e fossero attuate tutte le previsioni edificatorie del piano, inclusa la realizzazione della bretella stradale ad ovest di Santa Corinna, il consumo di suolo tra il 2009 e il 2019 crescerà più o meno del 16,8%, ovvero più che nell’intero decennio precedente, caratterizzato dal massimo picco storico dell’industria edile italiana. Parliamo dell’incredibile quota di 78 mq di suolo agricolo consumati ogni giorno per dieci anni: non proprio un “consumo zero”.
Siamo convinti che un piano "a consumo di suolo zero" dovrebbe essere un piano che, se attuato, preveda un consumo di suolo agricolo di zero mq. Da questo punto di vista, un'affermazione del tipo di quelle lette nei giorni scorsi ("questo è un piano a consumo di suolo zero: abbiamo solo confermato le previsioni previgenti") ci suona un po' come: "sono ancora vivo, solo non respiro più"! Chiediamo semplicemente di confrontarci con maggiore serietà almeno di fronte a dati oggettivi, consapevoli delle difficoltà che un Comune incontra nell'affrontare la redazione di uno strumento urbanistico che incide su legittimi diritti privati e su previsioni edificatorie ereditate dagli anni Ottanta, e che anche le precedenti amministrazioni (di tutti i colori, bisogna essere onesti in tal senso) non hanno potuto o voluto modificare. Ma mettiamo da parte demagogia e proclami, e vigiliamo assieme affinché, a crisi rientrata, la conseguente impennata del consumo di suolo, che questo PGT ha avvallato, non si verifichi, e lo sviluppo del paese avvenga in maniera sostenibile.
sabato 20 luglio 2013
Ampliamento della scuola: tempi sempre più lunghi
Ancora brutte notizie riguardo al cantiere per l'ampliamento dell'edificio scolastico a Noviglio.
In occasione del Consiglio Comunale di giovedì 18 luglio il Sindaco, rispondendo all'interrogazione dell'opposizione in merito allo stato di avanzamento dei lavori presso il plesso scolastico, ha reso noto che questo ulteriore rallentamento rispetto alla tabella di marcia (i lavori, cominciati nel dicembre 2011, dovevano essere conclusi entro fine 2012) è da imputare alla crisi economica che ha colpito il consorzio di imprese titolare dell'appalto e alle molte amministrazioni pubbliche che, a causa del "patto di stabilità", stanno ritardando i pagamenti causando problemi di liquidità all'azienda (che in maggio avrebbe presentato al Tribunale di Vercelli la richiesta di accedere alla procedura di "concordato preventivo").
Il Sindaco ha, tuttavia, voluto esprimere fiducia e rassicurare i presenti rispetto al fatto che i lavori riprendano presto a ritmi sostenuti: il nuovo termine per l'ultimazione dei lavori è comunque previsto per il 15 gennaio 2014, salvo ulteriori imprevisti. Naturalmente, tutti speriamo che la situazione si sblocchi, anche alla luce dei disagi che inevitabilmente il cantiere provoca soprattutto alla popolazione scolastica del plesso e che si riproporranno nuovamente a settembre, alla riapertura delle scuole.
In occasione del Consiglio Comunale di giovedì 18 luglio il Sindaco, rispondendo all'interrogazione dell'opposizione in merito allo stato di avanzamento dei lavori presso il plesso scolastico, ha reso noto che questo ulteriore rallentamento rispetto alla tabella di marcia (i lavori, cominciati nel dicembre 2011, dovevano essere conclusi entro fine 2012) è da imputare alla crisi economica che ha colpito il consorzio di imprese titolare dell'appalto e alle molte amministrazioni pubbliche che, a causa del "patto di stabilità", stanno ritardando i pagamenti causando problemi di liquidità all'azienda (che in maggio avrebbe presentato al Tribunale di Vercelli la richiesta di accedere alla procedura di "concordato preventivo").
Il Sindaco ha, tuttavia, voluto esprimere fiducia e rassicurare i presenti rispetto al fatto che i lavori riprendano presto a ritmi sostenuti: il nuovo termine per l'ultimazione dei lavori è comunque previsto per il 15 gennaio 2014, salvo ulteriori imprevisti. Naturalmente, tutti speriamo che la situazione si sblocchi, anche alla luce dei disagi che inevitabilmente il cantiere provoca soprattutto alla popolazione scolastica del plesso e che si riproporranno nuovamente a settembre, alla riapertura delle scuole.
Si ricorda che l'intervento in corso porterà alla realizzazione di un refettorio e della palestra a supporto del complesso scolastico: il costo dell'operazione è di due milioni di Euro, per tre quarti finanziati con un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, mutuo che - come ricordato dal Sindaco - grava sul bilancio del Comune, entrato anch'esso, dal 1° gennaio 2013, in regime di "patto di stabilità".
venerdì 5 luglio 2013
In vigore il nuovo Piano di Governo del Territorio
È formalmente in vigore dal 3 luglio scorso, data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia, il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) di Noviglio. Dal 1° gennaio per i comuni ritardatari ancora sprovvisti, a distanza di otto anni dal varo della Legge regionale lombarda 12/2005 per il governo del territorio, del nuovo strumento urbanistico (tra cui Noviglio), erano scattate le “norme di salvaguardia” e la perdita di efficacia del vecchio piano regolatore, con il conseguente blocco dell’attività edilizia.
Il nuovo Piano di Governo del Territorio, adottato il 26 luglio 2012 ed approvato il 23 marzo scorso con la Delibera di Consiglio n. 16, si compone di tre documenti: il Documento di Piano, cosiddetto “piano del sindaco”, di durata quinquennale, che sintetizza gli obiettivi strategici della pianificazione comunale di medio-lungo termine; il Piano delle Regole, che disciplina le modalità di intervento nelle varie zone del territorio, conformando l’uso del suolo a specifiche prescrizioni tecniche; il Piano dei Servizi, che mira ad “accompagnare” lo sviluppo edilizio ad un’adeguata dotazione di servizi.
In seguito dell’adozione del PGT in Consiglio comunale, anche il Comitato “Noi di Noviglio” ha voluto fornire la sua collaborazione al miglioramento dello strumento urbanistico, elaborando alcune puntuali proposte di modifiche ed integrazione ai tre documenti, che ha sottoposto all’Amministrazione nel mese di novembre 2012: molte di queste sono diventate parte integrante del Piano oggi in vigore.
Il Comitato continuerà a vigilare sull'attuazione del Piano - purtroppo ancora ben lontano dal poter essere annoverato come "a consumo di suolo zero" - e a collaborare con l'Amministrazione per risolvere le criticità ancora presenti nella disciplina urbanistica locale e per promuoverne il rinnovamento, a cominciare dal Regolamento edilizio, che richiederà un intervento di "manutenzione" a breve.
Il nuovo Piano di Governo del Territorio, adottato il 26 luglio 2012 ed approvato il 23 marzo scorso con la Delibera di Consiglio n. 16, si compone di tre documenti: il Documento di Piano, cosiddetto “piano del sindaco”, di durata quinquennale, che sintetizza gli obiettivi strategici della pianificazione comunale di medio-lungo termine; il Piano delle Regole, che disciplina le modalità di intervento nelle varie zone del territorio, conformando l’uso del suolo a specifiche prescrizioni tecniche; il Piano dei Servizi, che mira ad “accompagnare” lo sviluppo edilizio ad un’adeguata dotazione di servizi.
In seguito dell’adozione del PGT in Consiglio comunale, anche il Comitato “Noi di Noviglio” ha voluto fornire la sua collaborazione al miglioramento dello strumento urbanistico, elaborando alcune puntuali proposte di modifiche ed integrazione ai tre documenti, che ha sottoposto all’Amministrazione nel mese di novembre 2012: molte di queste sono diventate parte integrante del Piano oggi in vigore.
Il Comitato continuerà a vigilare sull'attuazione del Piano - purtroppo ancora ben lontano dal poter essere annoverato come "a consumo di suolo zero" - e a collaborare con l'Amministrazione per risolvere le criticità ancora presenti nella disciplina urbanistica locale e per promuoverne il rinnovamento, a cominciare dal Regolamento edilizio, che richiederà un intervento di "manutenzione" a breve.
Di seguito, le proposte del Comitato presentate in data 19 novembre a firma di Luca Dallaserra (attuale segretario del Comitato), con le relative controdeduzioni fornite in sede di approvazione finale nel mese di marzo 2013.
1. TUTELA DELLE CASCINE - Per tutelare il patrimonio rurale delle cascine, si chiede di introdurre un limite massimo del 50% delle volumetrie esistenti da destinare ad uso diverso da quello agricolo o agrituristico, e di inibire la possibilità di ricorrere nei nuclei agricoli dismessi a incrementi volumetrici grazie alla perequazione. L’osservazione è stata accolta.
2. FONTANILI - Ai fini di meglio tutelare la naturalità dei fontanili, si chiede di ampliare la fascia di tutela a 50 a 100 metri attorno alla “testa”, con una fascia di rispetto per i primi 200 metri del tratto di derivazione. L’osservazione è stata respinta, limitandosi ad adeguarsi alle prescrizioni minime del Parco Sud.
3. COMMERCIO - Per favorire la competitività, la dotazione di servizi e l’occupazione sul territorio novigliese, si chiede di poter prevedere – esclusivamente nell’ambito dei piani urbanistici già previsti nel piano (a cominciare dall’area Medici) – la grande distribuzione commerciale, nel rispetto di condizioni prestazionali tecnologiche, energetiche e morfologiche. L’osservazione viene respinta, attribuendo alla Regione la competenza in materia; di fatto sarà impossibile sfruttare un’opportunità come una grande struttura di vendita sul nostro territorio, dove già sono previste funzioni industriali e uffici, se non previo un lungo processo di revisione del PGT.
4. NO BONUS VOLUMETRICI - Si rileva un errore materiale nelle norme tecniche del Piano delle Regole; si chiede inoltre di escludere la possibilità di ricorrere a meccanismo premiali e bonus volumetrici i piani attuativi riguardanti gli ambiti agricoli dismessi. L’osservazione viene accolta.
5. EDILIZIA SOCIALE PER I GIOVANI - Si chiede di meglio chiarire che il meccanismo di perequazione/compensazione consentito negli ambiti di trasformazione si applica anche ai piani attuativi. Inoltre, al fine di favorire la realizzazione di interventi che prevedano in forma integrata anche alloggi sociali per giovani e giovani coppie (edilizia convenzionata in vendita, locazione e con patto di futura vendita), si attribuisce una capacità edificatoria incrementale della volumetria consentita. L’osservazione è stata accolta.
6. TANGENZIALE OVEST DI SANTA CORINNA - Si chiede con forza lo stralcio del tracciato della Tangenziale Ovest di Santa Corinna, che distruggerebbe un habitat ecologico e faunistico di importanza strategica: l’opera è di per sé inutile, e l’esigenza di allontanare il tracciato dall’abitato rispetto a quello previsto dalla Provincia, facendolo ricadere nel bel mezzo di una rete ecologica di rilevanza primaria, assolutamente non condivisibile. L’osservazione viene respinta, ma di fatto un risultato è raggiunto: si modifica il tracciato, adottando quello della Provincia, che non devasta la rete ecologica mantenendosi più vicino all’abitato.
7. PROLUNGAMENTO VIA PERTINI - Si chiede inoltre l’immediato stralcio della previsione del collegamento, a Mairano, tra via Pertini e la strada comunale per Tavernasco: oltre a costituire un ulteriore elemento di separazione tra il centro abitato e l’area agricola, è certamente di dubbia utilità e trasformerebbe Via Pertini in una strada di scorrimento, con problemi di quiete e di sicurezza. L’osservazione è accolta (del resto, stessa richiesta è arrivata dal Parco Agricolo Sud Milano), ma in sede di approvazione viene ribadita l’intenzione di realizzare l’opera.
8. EDIFICI A ENERGIA ZERO - Si propone l’introduzione di modalità di incentivazione per chi realizza, laddove consentito dal piano, edifici a basso consumo energetico, attraverso un incremento della capacità edificatoria. L’osservazione è accolta.
9. CASTELLO DI MAIRANO - Si chiede che la porzione di edificio degli anni Cinquanta adiacente al complesso del Castello di Mairano, incongrua per epoca e stile venga classificato come “edificio accessorio estraneo al nucleo di antica formazione” invece che come “edificio di valore storico”. L’osservazione è respinta: pare che la sovrintendenza ritenga l’edificio meritevole di tutela.
10. PIANO ATTUATIVO MAIRANO PERTINI - Con riferimento al piano attuativo situato nella “mezzaluna” compresa tra Piazza Aldo Moro e la Strada Provinciale a Mairano, si fa rilevare la sua rilevanza ai fini della valorizzazione del borgo, e si ritiene pertanto di suggerire l’inserimento nel PGT di prescrizioni più dettagliate in merito alla sua attuazione. L’osservazione è respinta: si condividono i suggerimenti, ma non si vuole “ingessare” il piano attuativo.
11. PIANO ATTUATIVO MAIRANO PARROCCHIA - Si chiede lo stralcio del piano attuativo adiacente la sala parrocchiale a Mairano, di nuova introduzione rispetto al PRG, che prevede una significativa cubatura e comprometterebbe irreversibilmente l’integrità paesaggistica del borgo. L’osservazione viene respinta: si ritiene che l’edificazione all’ingresso del paese non comprometta il territorio.
12. TRASFORMAZIONE AREA MEDICI - L’ambito Medici a Santa Corinna è certamente un’area di concentrazione volumetrica ottimale per il nostro territorio, ma si chiede una ridefinizione delle prescrizioni del PGT per l’ambito di trasformazione: il rischio è di perdere un’imperdibile opportunità per sviluppare il territorio grazie a funzioni che generino sviluppo, servizi per i cittadini, occupazione per tanti Novigliesi, e soprattutto un’area urbana esteticamente gradevole e che i cittadini sentano propria. Per questo si chiede di prevedere, come funzione compatibile, anche la grande distribuzione commerciale; di limitare drasticamente la volumetria destinata a produttivo, ampliando quella per servizi commerciali e direzionali; classificare la parte produttiva come “area ecologicamente attrezzata”; prescrivere particolare cura per la configurazione del fronte edilizio lungo la Strada provinciale 30, curando l’inserimento del nuovo intervento nel contesto esistente. L’osservazione è stata respinta: vengono conservati i 50mila mq di produttivo e i 45mila di uffici e commercio, ma viene esclusa la grande distribuzione.
13. TRASFORMAZIONE AREA DISCOTECA - Si condivide la necessità della dismissione della Discoteca a Santa Corinna, ma si valuta negativamente il suo abbattimento per lasciare posto a nuova edificazione ad alta densità. Si chiede pertanto di ridurre la cubatura da realizzare, riutilizzare l’edificio esistente riconvertendolo a funzioni ricreative e servizi, rendendo inutile la costruzione di nuovi spazi per attività sociali. L’osservazione viene parzialmente accolta, ma in realtà no: vengono infatti confermati i nuovi volumi da costruire, l’abbattimento della discoteca, l’occupazione di suolo libero per realizzare i servizi.
14. RIUSO AREE DISMESSE - L’area “ex Medaglie Colombo” a Santa Corinna, già urbanizzata e oggi in avanzato stato di degrado e abbandono, può diventare un ambito di concentrazione volumetrica a livello comunale “assorbendo” la pressione edificatoria destinata ad altri comparti attraverso il trasferimento di diritti edificatori, per ridurre il consumo di suolo e l’edificazione su aree libere. Il PGT, invece, la considera una semplice zona industriale. L’osservazione è respinta: non si ritiene che inserire l’area in un ambito di trasformazione possa agevolarne la trasformazione.
15. MISURIAMO IL CONSUMO DI SUOLO - Nell’ottica di valorizzare la presenza del Parco Agricolo come principale risorsa per lo sviluppo del territorio novigliese, si chiede che il PGT recepisca nel suo quadro programmatico gli indirizzi della Provincia in merito alla misurazione e al monitoraggio del fenomeno del “consumo di suolo”, assumendoli come “principio guida”, e di conseguenza che il Rapporto Ambientale inserisca tra gli indicatori del PGT anche quelli relativi all’utilizzo di suolo agricolo: in un’ottica di “contabilità ambientale”, un’operazione di trasparenza che restituisce oggettività a valutazioni spesso affrettate e proclami. L’osservazione viene respinta con la seguente motivazione: “il PGT adottato non comporta consumo di suolo e pertanto il contenuto dell’osservazione è privo di rilievo”. Nostra replica: allora misuriamo se questo è vero! O comunque intendiamoci su che sistema di misurazione utilizzate per affermare che il PGT non prevede consumo di suolo. Noi ci abbiamo provato e presto forniremo la nostra interpretazione.
2. FONTANILI - Ai fini di meglio tutelare la naturalità dei fontanili, si chiede di ampliare la fascia di tutela a 50 a 100 metri attorno alla “testa”, con una fascia di rispetto per i primi 200 metri del tratto di derivazione. L’osservazione è stata respinta, limitandosi ad adeguarsi alle prescrizioni minime del Parco Sud.
3. COMMERCIO - Per favorire la competitività, la dotazione di servizi e l’occupazione sul territorio novigliese, si chiede di poter prevedere – esclusivamente nell’ambito dei piani urbanistici già previsti nel piano (a cominciare dall’area Medici) – la grande distribuzione commerciale, nel rispetto di condizioni prestazionali tecnologiche, energetiche e morfologiche. L’osservazione viene respinta, attribuendo alla Regione la competenza in materia; di fatto sarà impossibile sfruttare un’opportunità come una grande struttura di vendita sul nostro territorio, dove già sono previste funzioni industriali e uffici, se non previo un lungo processo di revisione del PGT.
4. NO BONUS VOLUMETRICI - Si rileva un errore materiale nelle norme tecniche del Piano delle Regole; si chiede inoltre di escludere la possibilità di ricorrere a meccanismo premiali e bonus volumetrici i piani attuativi riguardanti gli ambiti agricoli dismessi. L’osservazione viene accolta.
5. EDILIZIA SOCIALE PER I GIOVANI - Si chiede di meglio chiarire che il meccanismo di perequazione/compensazione consentito negli ambiti di trasformazione si applica anche ai piani attuativi. Inoltre, al fine di favorire la realizzazione di interventi che prevedano in forma integrata anche alloggi sociali per giovani e giovani coppie (edilizia convenzionata in vendita, locazione e con patto di futura vendita), si attribuisce una capacità edificatoria incrementale della volumetria consentita. L’osservazione è stata accolta.
6. TANGENZIALE OVEST DI SANTA CORINNA - Si chiede con forza lo stralcio del tracciato della Tangenziale Ovest di Santa Corinna, che distruggerebbe un habitat ecologico e faunistico di importanza strategica: l’opera è di per sé inutile, e l’esigenza di allontanare il tracciato dall’abitato rispetto a quello previsto dalla Provincia, facendolo ricadere nel bel mezzo di una rete ecologica di rilevanza primaria, assolutamente non condivisibile. L’osservazione viene respinta, ma di fatto un risultato è raggiunto: si modifica il tracciato, adottando quello della Provincia, che non devasta la rete ecologica mantenendosi più vicino all’abitato.
7. PROLUNGAMENTO VIA PERTINI - Si chiede inoltre l’immediato stralcio della previsione del collegamento, a Mairano, tra via Pertini e la strada comunale per Tavernasco: oltre a costituire un ulteriore elemento di separazione tra il centro abitato e l’area agricola, è certamente di dubbia utilità e trasformerebbe Via Pertini in una strada di scorrimento, con problemi di quiete e di sicurezza. L’osservazione è accolta (del resto, stessa richiesta è arrivata dal Parco Agricolo Sud Milano), ma in sede di approvazione viene ribadita l’intenzione di realizzare l’opera.
8. EDIFICI A ENERGIA ZERO - Si propone l’introduzione di modalità di incentivazione per chi realizza, laddove consentito dal piano, edifici a basso consumo energetico, attraverso un incremento della capacità edificatoria. L’osservazione è accolta.
9. CASTELLO DI MAIRANO - Si chiede che la porzione di edificio degli anni Cinquanta adiacente al complesso del Castello di Mairano, incongrua per epoca e stile venga classificato come “edificio accessorio estraneo al nucleo di antica formazione” invece che come “edificio di valore storico”. L’osservazione è respinta: pare che la sovrintendenza ritenga l’edificio meritevole di tutela.
10. PIANO ATTUATIVO MAIRANO PERTINI - Con riferimento al piano attuativo situato nella “mezzaluna” compresa tra Piazza Aldo Moro e la Strada Provinciale a Mairano, si fa rilevare la sua rilevanza ai fini della valorizzazione del borgo, e si ritiene pertanto di suggerire l’inserimento nel PGT di prescrizioni più dettagliate in merito alla sua attuazione. L’osservazione è respinta: si condividono i suggerimenti, ma non si vuole “ingessare” il piano attuativo.
11. PIANO ATTUATIVO MAIRANO PARROCCHIA - Si chiede lo stralcio del piano attuativo adiacente la sala parrocchiale a Mairano, di nuova introduzione rispetto al PRG, che prevede una significativa cubatura e comprometterebbe irreversibilmente l’integrità paesaggistica del borgo. L’osservazione viene respinta: si ritiene che l’edificazione all’ingresso del paese non comprometta il territorio.
12. TRASFORMAZIONE AREA MEDICI - L’ambito Medici a Santa Corinna è certamente un’area di concentrazione volumetrica ottimale per il nostro territorio, ma si chiede una ridefinizione delle prescrizioni del PGT per l’ambito di trasformazione: il rischio è di perdere un’imperdibile opportunità per sviluppare il territorio grazie a funzioni che generino sviluppo, servizi per i cittadini, occupazione per tanti Novigliesi, e soprattutto un’area urbana esteticamente gradevole e che i cittadini sentano propria. Per questo si chiede di prevedere, come funzione compatibile, anche la grande distribuzione commerciale; di limitare drasticamente la volumetria destinata a produttivo, ampliando quella per servizi commerciali e direzionali; classificare la parte produttiva come “area ecologicamente attrezzata”; prescrivere particolare cura per la configurazione del fronte edilizio lungo la Strada provinciale 30, curando l’inserimento del nuovo intervento nel contesto esistente. L’osservazione è stata respinta: vengono conservati i 50mila mq di produttivo e i 45mila di uffici e commercio, ma viene esclusa la grande distribuzione.
13. TRASFORMAZIONE AREA DISCOTECA - Si condivide la necessità della dismissione della Discoteca a Santa Corinna, ma si valuta negativamente il suo abbattimento per lasciare posto a nuova edificazione ad alta densità. Si chiede pertanto di ridurre la cubatura da realizzare, riutilizzare l’edificio esistente riconvertendolo a funzioni ricreative e servizi, rendendo inutile la costruzione di nuovi spazi per attività sociali. L’osservazione viene parzialmente accolta, ma in realtà no: vengono infatti confermati i nuovi volumi da costruire, l’abbattimento della discoteca, l’occupazione di suolo libero per realizzare i servizi.
14. RIUSO AREE DISMESSE - L’area “ex Medaglie Colombo” a Santa Corinna, già urbanizzata e oggi in avanzato stato di degrado e abbandono, può diventare un ambito di concentrazione volumetrica a livello comunale “assorbendo” la pressione edificatoria destinata ad altri comparti attraverso il trasferimento di diritti edificatori, per ridurre il consumo di suolo e l’edificazione su aree libere. Il PGT, invece, la considera una semplice zona industriale. L’osservazione è respinta: non si ritiene che inserire l’area in un ambito di trasformazione possa agevolarne la trasformazione.
15. MISURIAMO IL CONSUMO DI SUOLO - Nell’ottica di valorizzare la presenza del Parco Agricolo come principale risorsa per lo sviluppo del territorio novigliese, si chiede che il PGT recepisca nel suo quadro programmatico gli indirizzi della Provincia in merito alla misurazione e al monitoraggio del fenomeno del “consumo di suolo”, assumendoli come “principio guida”, e di conseguenza che il Rapporto Ambientale inserisca tra gli indicatori del PGT anche quelli relativi all’utilizzo di suolo agricolo: in un’ottica di “contabilità ambientale”, un’operazione di trasparenza che restituisce oggettività a valutazioni spesso affrettate e proclami. L’osservazione viene respinta con la seguente motivazione: “il PGT adottato non comporta consumo di suolo e pertanto il contenuto dell’osservazione è privo di rilievo”. Nostra replica: allora misuriamo se questo è vero! O comunque intendiamoci su che sistema di misurazione utilizzate per affermare che il PGT non prevede consumo di suolo. Noi ci abbiamo provato e presto forniremo la nostra interpretazione.
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